I tempi cambiano e con questi anche i gusti e le preferenze della gente. I
tempi cambiano e con questi anche le mode e i costumi. Con il passare del tempo
anche il vino risente di questi cambiamenti e necessariamente è costretto ad
adattarsi ai gusti e alle preferenze della gente. Fino a poco meno di dieci
anni fa, i vini bianchi erano quelli che incontravano, in termini generali, il
gusto della gente, prima l'esplosione dello Chardonnay, poi è arrivato il turno
del Sauvignon Blanc, quindi il Pinot Grigio, un moderato ritorno allo
Chardonnay e poi, stranamente, l'interesse verso i vini bianchi è calato in
modo considerevole. Adesso, se si parla di vino, in modo quasi implicito si fa
riferimento al vino rosso. Anche le signore, che generalmente gradiscono i vini
bianchi, aromatici e profumati, sono passati alla sponda più robusta e
imponente dei vini rossi.
I produttori di vino, sia perché hanno spinto questo tipo di vino, sia per
adattarsi alle nuove preferenze dei consumatori e quindi per non rimanere fuori
dal mercato, hanno introdotto nelle loro produzioni quantità rilevanti di vino
rosso; anche quelli che storicamente erano legati alla produzione di vino
bianco si sono adattati e hanno iniziato a produrre vino rosso. Ci avete fatto
caso? Quando un'azienda vinicola annuncia l'uscita di un nuovo vino sul
mercato, nella maggioranza dei casi si tratta di vino rosso. Anche nelle varie
guide enologiche i vini che risultano essere migliori e ottengono i punteggi
più alti sono generalmente vini rossi.
Anche nei ristoranti si registra più o meno la stessa tendenza: uno sguardo
alle carte dei vini spesso ci fa rendere conto che il rapporto delle quantità
fra i vini bianchi e i vini rossi è il più delle volte a favore dei rossi. Che
sia dovuto ad esigenze enogastronomiche e che le pietanze della cucina o della
ristorazione moderna richiedono l'abbinamento con i vini rossi? Apparentemente
non sembra essere questa la causa. Anche perché se si considerano i ristoranti
dove viene servita esclusivamente cucina di pesce, notoriamente abbinata,
prevalentemente per abitudine e per luogo comune, con i vini bianchi, dovrebbe
farci convincere che questa non è la vera ragione. Di certo va notato che anche
in alcuni ristoranti di cucina di pesce cominciano ad apparire in carta, anche
se in quantità modeste, vini rossi, probabilmente per ragioni commerciali ma,
forse, anche perché in certe preparazioni a base di pesce il vino rosso
felicemente ben si accompagna con questi piatti.
Una visita nelle enoteche, e nei negozi in cui si vende vino, conferma inoltre
questa generale e nuova tendenza. Uno sguardo sommario agli scaffali del
negozio e ci si accorge che il vino rosso è quello presente in quantità
maggiore. Ma è proprio in declino la preferenza dei vini bianchi? Il mercato
sembrerebbe confermare questa ipotesi. Se guardiamo poi l'abitudine, o forse la
naturale tendenza di affinare il vino rosso in botte, conferendo aromi di legno
più o meno accentuati, è curioso vedere che negli ultimi dieci anni siano stati
creati vini bianchi dove l'aroma del legno è praticamente l'unico odore
percepibile. Che sia un tentativo per fare apparire il vino bianco alla stregua
di quello rosso e renderlo quindi più vendibile? Magari i consumatori non sono
più attratti dai freschi aromi di frutta e fiori tipici dei vini bianchi?
Magari è semplicemente una questione di gusto e il tipico sapore fresco di un
vino bianco non è più gradito? Va comunque osservato che, generalmente, il vino
rosso ha un prezzo superiore al vino bianco, spesso il confronto è quasi
improponibile, che sia allora una questione di mercato dettata da ragioni
puramente speculative e di opportunità? Ad onore del vero, la produzione del
vino rosso, soprattutto quando viene fatto uso delle botti che notoriamente
hanno un incidenza sui costi piuttosto rilevante, richiede generalmente
investimenti maggiori e pertanto viene venduto a prezzi più alti.
Esistono così tanti vini bianchi, così profumati, aromatici, di grande classe e
raffinatezza, meravigliosamente gradevoli, che possono, in molti casi,
risultare di primaria grandezza anche difronte ad una nutrita schiera di vini
rossi. Eppure è il vino rosso che in questo momento è quello più venduto e
quello che suscita maggiore interesse. Che il vino rosso sia generalmente più
buono del vino bianco o che sia difficile fare vini bianchi veramente buoni e
interessanti? Senza considerare le preferenze soggettive del gusto, difronte
alle quali ogni altra ipotesi non trova nessun genere di conforto, è piuttosto
azzardato dire che il vino rosso sia più buono di quello bianco o viceversa.
Forse la ragione più probabile è che tutto questo non sia altro che il frutto
di una moda, carica di pregiudizi e di speculazioni, che lasciano spazio sulla
scena solamente ai vini rossi, in particolare a quelli corposi e robusti,
quelli che generalmente si definiscono importanti. Forse è proprio l'uso
frequente di questo aggettivo associato ai vini rossi che fa apparire quelli
bianchi di minore pregio e meno interessanti. Forse, più semplicemente, si
tratta dell'ennesima moda che circonda il mondo del vino e che sarà demolita e
sostituita con un'altra, non appena ci si accorgerà della necessità di creare
qualcosa di nuovo per mantenere vivo l'interesse per questa bevanda. Magari
sarà quello il motivo che farà tornare, ancora una volta, il successo dei vini
bianchi.
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