Ogni appassionato di vino - così come quelli che si avvicinano per la prima
volta all'affascinante mondo della bevanda di Bacco - sa che fra i fattori
fondamentali per la determinazione della qualità di un vino è compresa anche
l'annata della vendemmia. Non solo rappresenta un fattore importante: spesso
l'annata è considerata come l'unico elemento per determinare il reale valore -
non solo economico - di un vino. Proprio l'annata, in molti casi, stabilisce il
valore economico di un vino, soprattutto nel tempo e, talvolta, anche nel caso
in cui la conservazione della bottiglia non è stata delle migliori. Ma quanto
conta effettivamente l'annata per un vino? Certamente - e innegabilmente - è un
fattore di estrema importanza ma è anche innegabile che non è l'unico elemento
capace di rendere grande un vino. Va anche ricordato - ad onor del vero - che
spesso dietro al mito dell'annata si nasconde anche una discutibile
speculazione.
Mettiamo subito in chiaro un concetto: l'annata è importante e per mezzo
dell'andamento meteorologico delle stagioni ha il potere di emettere una buona,
se non fondamentale, sentenza sulla qualità di un vino. Si deve però ricordare
un concetto fondamentale legato indissolubilmente all'annata e che consente ai
consumatori di salvarsi da certe speculazioni. Da qualche anno - un fenomeno
che sembra ripetersi con magica e certamente dubbiosa puntualità ogni volta - in
prossimità del periodo della vendemmia si sente spesso parlare della cosiddetta
vendemmia del secolo capace di promettere grandi vini ovunque e comunque.
Poi quei vini arrivano nei calici e si ha finalmente la possibilità di smentire
o confermare le premesse fatte in quell'annata. Mentre è comprensibile il
motivo di tanto clamore ai fini puramente commerciali, è meno comprensibile - e
condivisibile - l'onestà e la scarsa credibilità verso i consumatori.
D'accordo, nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere con certezza il
futuro, ma almeno un po' di serietà non guasterebbe in certi casi.
Nel considerare l'annata - che ha certamente un valore importante - è bene
ricordare che ha senso solo ed unicamente per una determinata zona, e per
essere ancora più pignoli e precisi, ha un valore ancora maggiore per zone
piuttosto circoscritte e limitate. Se è vero che la qualità dell'annata è
determinata dall'andamento meteorologico, è anche vero che se, per esempio, in
Umbria l'annata è stata favorita da buone condizioni meteorologiche, non
significa che tutte le altre zone del mondo abbiano beneficiato della stessa
positiva condizione. Due esempi emblematici su tutti sono rappresentati dalle
annate 1997 e 2002. Il 1997 è stata definita l'annata del secolo scorso - ma
sarebbe bene definirla, con vena polemica visto il puntuale clamore che si
ripete ogni anno, una delle tante definite come migliori - e questo è stato
certamente vero per alcune zone del mondo, mentre per altre è stata ordinaria e
per altre modesta. Lo stesso si può dire del 2002, nonostante sia stata
definita da molti - e giustamente - come un'annata non proprio esaltante, in
certe zone ha consentito di creare dei vini ragionevolmente buoni.
Sempre per onore del vero va detto che l'influsso dell'andamento meteorologico
dell'annata è spesso compensato dalla bravura dell'enologo oltre che dall'aiuto
che la tecnologia offre oggi in cantina. Quando l'annata non è proprio clemente
nei vigneti, spesso la tecnologia enologica è capace di compiere veri e propri
miracoli - spesso insperati - tanto da rendere accettabili anche le condizioni
più avverse. In questo senso va anche ricordata la serietà e la correttezza di
molti produttori che, consapevoli delle non proprio esaltanti condizioni
meteorologiche di un'annata, preferiscono non commercializzare i propri vini
oppure decidono di venderli come prodotti più modesti, soprattutto nel prezzo.
Se è vero che questo tipo di scelta è ammirevole dal punto di vista della
correttezza verso la propria clientela, è anche vero che rappresenta un
innegabile fattore di serietà e di tutela verso i migliori prodotti di una
cantina. Certamente la scelta di non commercializzare i propri vini, o di
riclassificarli secondo dei criteri qualitativi più appropriati per l'annata,
rappresenta un fattore di innegabile correttezza e serietà, ma rappresenta anche
innegabilmente un ovvio fattore di perdita economica. Una scelta, quindi,
doppiamente ammirevole.
Come si regola quindi il consumatore nei confronti dell'annata e - soprattutto
- nei confronti della speculazione che si crea intorno a questo fattore? Spesso
si sente ripetere il consiglio che nelle annate mediocri o pessime è bene
scegliere vini di produttori affermati e affidabili, mentre nelle annate
migliori i produttori meno famosi e più piccoli possono regalare buone
sorprese. Nelle annate meno favorevoli è innegabile che il fattore tecnologico
e l'abilità e l'esperienza di enologi bravi svolgano un ruolo fondamentale per
il miglioramento di una materia prima non proprio eccellente. Nelle annate
migliori - quando il fattore tecnologico è meno determinante grazie alla
maggiore qualità delle uve - anche i produttori più modesti riescono a produrre
grandi vini. Questo significa che per produrre un vino di qualità è necessario
disporre di attrezzature enologiche moderne e tecnologicamente avanzate?
Certamente no. Nonostante la tecnologia enologica offra oggi attrezzature
affidabili e precise, capaci di controllare la qualità e la correttezza delle
singole fasi, il fattore umano svolge in cantina - oggi come nel passato - un
ruolo di primaria importanza.
Nonostante il fattore umano svolga ancora un ruolo importante nella produzione
del vino di qualità, è innegabile che il supporto tecnologico abbia reso il
fattore annata meno determinante di quanto lo fosse in passato. Ed è proprio
grazie alla tecnologia enologica che si è ridotta la distanza fra i vari
produttori e consentendo loro di produrre vini con una quantità minore di
difetti, pur tuttavia senza nascondere certe carenze e predisposizioni
qualitative. Ovviamente, quando l'annata è favorevole il suo apporto si
riflette nel vino in maniera prorompente e determinante, tanto da fare apparire
quasi insignificanti - spesso diversi - gli stessi vini prodotti in annate meno
benevole. Nonostante l'annata rappresenti un fattore importante, la bravura
degli enologi, unita al supporto tecnologico, evitano al consumatore di
informarsi continuamente sulla reale qualità di ogni annata e di potere
scegliere con relativa tranquillità un vino al ristorante. Magari in certe
annate il vino non sarà eccezionale, ma certamente nemmeno pessimo o ignobile,
e comunque apprezzabile. Infine l'annata rappresenta uno di quei tanti elementi
che rendono il vino speciale ed emozionante, un fattore che puntualmente ogni
anno è capace di rendere la bevanda di Bacco sempre diversa, con sfumature e
personalità che, nel bene e nel male, riesce sempre ad attirare la nostra
attenzione e a raccontare storie diverse - sia buone sia cattive - per mezzo
dei nostri sensi.
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