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  Editoriale Numero 23, Ottobre 2004   
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Anno Nuovo, Vendemmia Nuova


 L'estate è oramai finita lasciando il ricordo delle tante giornate torride e qualche giornata di pioggia, almeno qui in Italia. Dopo due anni non proprio esaltanti dal punto di vista enologico, com'era già nelle premesse e così com'è stato confermato dai calici, pare che quest'anno sia finalmente la volta buona e che le condizioni meteorologiche siano state tali da fare ben sperare per la vendemmia 2004 in Italia. Nel momento in cui leggerete queste righe, la quasi totalità delle aziende vinicole avrà già ultimato le fasi della vendemmia. Il risultato del raccolto sarà già in cantina per intraprendere quel “tumultuoso” viaggio che dalla fermentazione porta alla creazione del vino: un miracolo che ci affascina sempre e che ogni anno promette nuove emozioni, nel bene e nel male.

 I commenti che si sono sentiti da parte degli “addetti ai lavori” relativamente alla vendemmia 2004 sembrano molto incoraggianti e promettenti, così buoni che molti di loro hanno dichiarato che il 2004 sarà ai livelli del 2001, innegabilmente una delle migliori annate fra quelle recenti. Molti sostengono inoltre che sarà addirittura comparabile all'oramai “leggendario” 1997, che in molte zone dell'Italia fu capace di regalare vini di eccellente qualità. Premesse e confronti a parte, una cosa di cui si può essere relativamente certi sull'annata 2004 è che sarà migliore del 2003 e del 2002, due annate che saranno ricordate non certo per l'alta qualità dei loro vini, con tutto il rispetto per il faticoso lavoro di chi ogni anno produce vino e crede nella sua terra. In fondo il bello del vino è anche questo: ogni anno si ricomincia la partita da capo e solo alla fine si conosce il risultato, che è sempre diverso e sempre nuovo, per fortuna.


 

 In Italia il 2002 non è stato certamente eccellente, le cose sono migliorate nel 2003, ma entrambe le annate - parlando in termini generali, ben s'intende - non sono state proprio entusiasmanti e probabilmente non saranno quelle di cui ci ricorderemo volentieri in futuro. Certo, non tutto il vino prodotto nel 2002 e nel 2003 è da dimenticare o da sottovalutare. Se consideriamo le cose da un punto di vista più specifico, in cui si mette da parte la spietata legge della generalizzazione e prendiamo in esame i risultati delle regioni, o meglio ancora di aree ristrette, qualche buona bottiglia è stata possibile trovarla anche in queste due annate. In altre parole, per ogni annata è sempre bene prendere in esame la singola zona e il singolo produttore. Si possono esprimere giudizi di carattere generico e che rappresentano il risultato di ogni vendemmia, ma questo potrebbe essere lesivo nei confronti di quelle zone in cui madre natura non è stata spietata e crudele come in altre. La generalizzazione rischia sempre di fare vittime innocenti o di esaltare chi non ha avuto particolari meriti.

 Questo è il caso del 1997 in cui sono stati in molti a speculare sugli straordinari risultati di tante zone e produttori, quando in realtà è risaputo che se in alcune zone i risultati sono stati eccezionali, in altre sono stati semplicemente buoni o ottimi, comunque non eccezionali. Ancora oggi basta dire che un vino è dell'annata 1997 e subito si considera eccezionale, senza nemmeno valutare altri parametri o fattori: è un 1997, deve essere per forza eccezionale. Lo stesso accade, in senso opposto, per il 2002 e - in misura minore - per il 2003. Vini di queste due annate sono considerati inferiori senza nemmeno versarli nel bicchiere e senza appello. In realtà sappiamo, proprio per averli versati nei nostri calici, che qualcosa di buono, sia nel 2002 sia nel 2003, c'è stato. Innegabilmente, con i vini del 2001 è più facile trovare una quantità maggiore di buone bottiglie.

 Probabilmente dovremmo imparare ad ascoltare di più ciò che un vino comunica dal calice - proprio come si dovrebbe fare nei rapporti fra persone - senza pregiudizi. Impariamo ad emettere il giudizio solamente dopo avere conosciuto fino in fondo quel vino, dopo averlo assaggiato e avergli concesso di raccontarci la sua storia. Sicuramente ci saranno vini capaci di raccontare storie più affascinanti ed emozionanti di altri, questo non significa però che le altre storie non siano degne di essere ascoltate o comunque interessanti. Inoltre, chiunque si consideri un vero appassionato di vino o un vero degustatore, sa bene quale sia il valore didattico, culturale e formativo dell'assaggiare vini di media qualità e di annate diverse. Solo in questo modo si possono meglio apprezzare e riconoscere le cose migliori e quelle peggiori. Del resto si può riconoscere solamente ciò che si conosce, si possono valutare solo le cose che si possono confrontare: un processo reso possibile solamente con la conoscenza di cose diverse fra loro, quelle che - di fatto - rappresentano i parametri di riferimento di ogni degustatore.

 Per quanto riguarda il 2004, prendiamo le previsioni che si sono fatte come un buon auspicio e la speranza che possano trovare conferma nei risultati. Così fosse, c'è da giurarlo, i primi ad esserne felici sarebbero tutti gli appassionati di vino e che - senza ombra di dubbio - condividerebbero la loro gioia insieme ai produttori. Per il momento non ci resta che attendere fiduciosi - come sempre - coloro che ogni anno raccolgono il frutto delle loro vigne e lo trasformano in vino: siamo convinti che saranno capaci di produrre quanto di migliore si possa fare con ciò che la natura concede loro. Certo, spesso in cantina si fanno veri e propri miracoli e da uve di bassa qualità si riescono a produrre risultati insperati, certamente non straordinari ma comunque accettabili. Pare che quest'anno le cose andranno in modo totalmente diverso rispetto ai due anni precedenti e - almeno nelle premesse - dovremmo avere degli ottimi vini da ogni regione d'Italia e che ci faranno dimenticare le due produzioni recenti e ricordare l'ottima annata 2001. Non ci resta che attendere… incrociando le dita.

 



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La Posta dei Lettori


 In questa rubrica vengono pubblicate le lettere dei lettori. Se avete commenti o domande da fare, esprimere le vostre opinioni, inviate le vostre lettere alla redazione oppure utilizzare l'apposito modulo disponibile nel nostro sito.

 

Qual'è il momento migliore per vendemmiare l'uva nella regione di Saar?
Keith Pitcher -- Cambridge, Inghilterra
La regione di Saar - appartenente all'area vinicola di qualità Mosel-Saar-Ruwer, Germania - è una zona piuttosto fredda e non sempre le condizioni meteorologiche e climatiche consentono all'uva di arrivare alla giusta maturazione. In questi anni poco favorevoli, le uve della regione Saar sono utilizzate prevalentemente per la produzione di Sekt, il celebre vino spumante Tedesco. Nelle migliori annate, cioè quelle in cui le condizioni climatiche consentono alle uve di maturare pienamente, i vini prodotti in questa regione possono considerarsi certamente fra i migliori di tutta la Germania. Dire quale sia il periodo migliore di vendemmia nella regione di Saar è piuttosto difficile - e la stessa considerazione può essere fatta per qualunque altra zona del mondo - in quanto la data della vendemmia è sempre stabilita scrupolosamente dagli agronomi e dagli enologi in funzione del grado di maturazione delle uve, una condizione che dipende principalmente dalla situazione meteorologica di ogni anno e che ogni anno è sempre diversa. Le cose poi si “complicano” in Germania, poiché il livello di qualità più elevato (Qualitätswein mit Prädikat, QmP) classifica i vini in accordo al grado di maturazione delle uve e pertanto al loro contenuto di zuccheri. Più le uve sono mature è più inoltrata sarà la vendemmia rispetto ai tempi “normali” - in genere verso la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno - fino ad arrivare ad inverno inoltrato per le uve che si utilizzeranno per la produzione di eiswein.



Vorrei sapere perché alcuni spumanti vengono detti “millesimati”.
Mauro Pedrini -- Brescia (Italia)
Il termine “millesimato” - che può essere utilizzato con qualunque altra cosa, non solo con il vino o gli spumanti - indica, nel nostro caso specifico, un vino o uno spumante nella cui etichetta è dichiarato il millesimo, cioè l'anno della vendemmia. Mentre nei vini “fermi” il termine millesimato è poco utilizzato - in favore di annata o vendemmia - negli spumanti, in particolare in quelli prodotti con il metodo classico, è spesso anche usato per identificare il nome specifico di un prodotto, come per esempio Franciacorta Satèn Millesimato seguito dall'anno della vendemmia. Negli spumanti millesimati e regolati da precisi disciplinari di produzione - come il Franciacorta o lo Champagne - le uve utilizzate per la preparazione del vino base devono provenire esclusivamente dalla vendemmia indicata dal millesimo. Gli spumanti non millesimati, oltre a non potere riportare questo termine in etichetta, possono anche essere definiti come senza annata o sans année - entrambi abbreviati in S.A. - o non vintage, abbreviato in N.V. Altri termini utilizzati per indicare spumanti millesimati sono millésime e vintage.



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