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  ABC Vino Numero 36, Dicembre 2005   
Friuli Venezia GiuliaFriuli Venezia Giulia  Sommario 
Numero 35, Novembre 2005 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 37, Gennaio 2006

Friuli Venezia Giulia

Fra le terre da vino più celebri d'Italia, il Friuli Venezia Giulia è principalmente conosciuto per i suoi vini bianchi, e anche i suoi vini rossi e dolci sono altrettanto interessanti

 Nel panorama dei vini bianchi italiani, un posto d'onore spetta certamente al Friuli Venezia Giulia, da sempre terra legata al vino e alle tradizioni, geograficamente posizionata in una zona nella quale si intrecciano e convivono da secoli culture diverse. I vigneti di questa terra si colorano di uve bianche e rosse, disponendo di un ricco patrimonio di varietà autoctone alle quali si sono aggiunte diverse uve internazionali. Nonostante i vini prodotti con le classiche uve internazionali - Chardonnay, Sauvignon Blanc, Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon - abbiano dato eccellenti prove del loro adattamento nel territorio, una delle caratteristiche più interessanti del Friuli Venezia Giulia è rappresentata dai vini prodotti con le uve autoctone. La regione è infatti prevalentemente associata alle sue uve più tipiche - come Tocai Friulano, Picolit, Ribolla Gialla, Verduzzo Friulano, Pignolo, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino e Tazzelenghe - le quali origini non sono sempre riconducibili al Friuli Venezia Giulia, ma che nel corso degli anni sono state capaci di adattarsi perfettamente producendo eccellenti vini.

 Proprio a causa di una delle sue uve più celebri - il Tocai Friulano - il Friuli Venezia Giulia è stato recentemente protagonista di una diatriba con l'Ungheria sul diritto di continuare a chiamare questa eccellente e storica uva con questo nome che, secondo gli ungheresi, era causa di confusione con il loro più celebrato vino, il Tokaji Aszú. La Corte Europea si è espressa in tal senso e ha riconosciuto le ragioni dell'Ungheria ignorando gli evidenti fatti storici che da sempre legano il Tocai Friulano alla regione italiana, pertanto, a partire dal 31 marzo 2007, l'uva dovrà cambiare nome. Va osservato che il Tokaji Aszú e gli altri vini da tavola provenienti dalla stessa zona, sono prodotti prevalentemente con uva Furmint, che non ha nessun legame - nemmeno genetico - con il Tocai Friulano. Tuttavia è curioso ricordare che nel XIII secolo, alla corte di re Bela IV giunsero alcuni abitanti del Friuli e che portarono con loro alcuni esemplari di un'uva chiamata furmint e che piantarono nel territorio ungherese. Inoltre, è molto probabile che il nome del Tocai Friulano derivi da un torrente che si trova nella regione e che si chiama appunto Toccai, il cui nome ed esistenza sono documentati e provati da antiche mappe topografiche.


Friuli Venezia Giulia
Friuli Venezia Giulia

 Nel corso dei secoli, il Friuli Venezia Giulia - punto d'incontro delle culture italiane, austriache e slave - a causa della sua posizione geografica è stato oggetto di dispute e di dominio da parte dei romani, bizantini, veneziani e asburgici. Il susseguirsi di questi popoli nel dominio della regione, hanno contribuito largamente all'introduzione di molte varietà di uve. Tocai Friulano, Verduzzo Friulano, Picolit, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe sono considerate uve autoctone del Friuli Venezia Giulia, mentre la Ribolla Gialla e la Malvasia d'Istria, nonostante siano presenti nel territorio da secoli, sono state probabilmente introdotte durante il XIII secolo. Gewürztraminer, Müller-Thurgau, Riesling, Riesling Italico, Blaufränkisch (qui noto con il nome di Franconia) sono state introdotte dall'Austria, mentre le varietà francesi Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon Blanc, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero, furono introdotte nel XIX secolo durante il dominio degli asburgici.

 Tutto ebbe inizio quando le truppe di Giulio Cesare conquistarono questo territorio e da quel momento prese il nome di Forum Julii. Giulio Cesare stabilì le sue truppe ad Aquileia, diventando quindi fra le più importanti città dell'Impero. Il legame fra Aquileia e il vino risale già a quei tempi: Plinio il Vecchio ricordava nella sua più celebre opera il pulcinum - un'uva probabilmente molto simile all'odierno Prosecco, particolarmente apprezzata dall'Imperatrice Livia e alla quale erano riconosciute alcune proprietà terapeutiche. Nel V secolo anche Cassiodoro - primo ministro dell'Imperatore Teodorico - ricorda che i vini provenienti dalla zona del golfo di Trieste fossero i più pregiati, così come era nota la preferenza della regina Amalasunta per i vini prodotti nella zona di Cividale e di Aquileia. Il massimo splendore dei vini friulani si raggiungerà tuttavia più tardi grazie all'espansione commerciale di Venezia, periodo nel quale i vini di Aquileia prenderanno la via del mare fino a raggiungere i paesi del Mediterraneo.


 

 Nel 1300, l'importanza di Aquileia nel commercio dei vini era così elevata che nella città giungevano da ogni zona dell'Italia centrale vini di qualità diversa, spesso anche ordinaria. A causa di questo evento si rese necessaria la promulgazione di speciali normative per la tutela della qualità, tali da distinguere e tutelare i vini migliori da quelli mediocri o scadenti. Questi provvedimenti portarono inoltre nel 1324 al censimento di tutti i vitigni diffusi nella zona, proprio con lo scopo di identificare le varietà capaci di produrre vini migliori. Un importante sviluppo della vitivinicoltura friulana si verifica nel 1765, quando Maria Teresa d'Austria fonda la Società Agraria Teresiana. La società, in seguito a uno studio del territorio nel quale deve essere impiantato un vigneto, consiglia ai viticoltori le varietà migliori, suggerendo inoltre le pratiche colturali tali da assicurare ottimi risultati. Le scelte operate dalla Società Agricola Teresiana sono da subito un grande successo per lo sviluppo qualitativo dell'enologia friulana, tuttavia questo successo si dovrà confrontare ben presto con l'oidio, la peronospora e - infine - nel 1888, con la fillossera che devastò i vigneti.

 I danni provocati dalla fillossera - qui come altrove - decretarono il crollo dell'enologia e si dovrà attendere il 1930, quando furono adottati i primi rimedi contro questo temibile parassita. Fu proprio dopo questo periodo che si affermarono in Friuli Venezia Giulia le varietà internazionali - consigliate dagli esperti per la loro migliore resistenza - determinando un predominio nei vigneti a scapito delle varietà locali. Un cambiamento fondamentale dell'enologia della regione - un evento che cambierà la storia del vino del Friuli Venezia Giulia e d'Italia - si verificherà negli anni 1960, quando Mario Schiopetto, dopo avere viaggiato in Francia e in Germania con lo scopo di apprendere le tecniche di produzione di qualità, riuscirà ad applicare concetti innovativi per la produzione di vino nella sua terra. Il clamoroso successo e i notevoli risultati ottenuti da Mario Schiopetto, segneranno la fine dei vini rustici e ordinari per lasciare spazio alla grandezza enologica del Friuli Venezia Giulia, quella qualità che ancora oggi contraddistingue i vini della regione e che hanno cambiato per sempre anche il modo di produrre vino in Italia.

 

Classificazione del Friuli Venezia Giulia

 I vini del Friuli Venezia Giulia sono classificati in accordo al sistema di qualità in vigore in Italia. La produzione della regione riguarda prevalentemente vini bianchi, rossi e dolci. La produzione di vini dolci è piuttosto interessante grazie - in particolare - all'uso di uve autoctone e autentiche rarità nel panorama enologico mondiale, come il Verduzzo Friulano e il raro Picolit. Più marginale è invece la produzione di vini rosati che rappresenta un percentuale piuttosto esigua. In Friuli Venezia Giulia è attualmente definita una zona DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita) riconosciuta al Ramandolo, un vino dolce prodotto con Verduzzo Friulano. Nella regione sono attualmente definite nove zone DOC (Denominazione d'Origine Controllata) e precisamente: Carso, Colli Orientali del Friuli - che prevede le due sotto denominazioni Cialla e Rosazzo - Collio, Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana e Lison-Pramaggione, quest'ultima zona condivisa con il Veneto.

 

Zone di Produzione

 La produzione vinicola del Friuli Venezia Giulia è prevalentemente concentrata sui vini bianchi, tuttavia risulta essere molto interessante anche la produzione di vini rossi e dolci. Nonostante alcune delle zone a Denominazione d'Origine Controllata prevedano la produzione di vini rosati, questi tipo di vini rappresenta una quota piuttosto marginale. La coltivazione della vite - anche a causa delle condizioni ambientali e climatiche - è prevalentemente svolta nella parte centro-meridionale della regione. Nei vigneti del Friuli Venezia Giulia sono coltivate sia varietà autoctone sia varietà internazionali, e che oramai contraddistinguono i vini della regione. I vini sono spesso prodotti come mono varietali - cioè con una sola varietà d'uva - e non mancano comunque vini risultato dell'unione di più uve. Le principali varietà a bacca bianca coltivate in Friuli Venezia Giulia sono: Chardonnay, Malvasia Istriana, Picolit, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Riesling, Sauvignon Blanc, Tocai Friulano, Traminer Aromatico (Gewürztraminer) e Verduzzo Friulano. Le principali uve rosse includono: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Franconia (Blaufränkisch), Merlot, Pignolo, Pinot Nero, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino e Tazzelenghe.

 

Collio

 Il Collio è una delle zone vinicole più importanti e celebri del Friuli Venezia Giulia. Situato nella parte orientale della regione, in provincia di Gorizia, il Collio è particolarmente famoso per la produzione di vini bianchi. I vini più tipici di questa zona sono mono varietali e, in particolare, quelli prodotti con uve autoctone come Tocai Friulano e Ribolla Gialla. In questa zona si producono inoltre vini mono varietali da uve internazionali, come Chardonnay e Sauvignon Blanc. Fra i vini bianchi a Denominazione d'Origine Controllata, si produce il Collio Bianco, generalmente da uve Tocai Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia Istriana. Le uve bianche più rappresentative del Collio sono il Tocai Friulano e la Ribolla Gialla, due uve che da sempre hanno dimostrato la loro qualità e il loro adattamento al territorio attraverso i loro vini. Oltre alla notevole produzione di vini bianchi - sia per quantità, sia per qualità - nel Collio si producono anche vini rossi, in modo particolare con uve Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

 

Colli Orientali del Friuli

 A nord del Collio si trova la zona dei Colli Orientali del Friuli, una delle aree vinicole più rappresentative della regione e caratterizzata - unitamente al Collio - dalla qualità dei suoi vini. Grazie alla composizione del suolo e alla collocazione geografica, i Colli Orientali del Friuli godono di condizioni vitivinicole eccellenti. In quest'area si coltivano varietà internazionali e autoctone, ed è qui che si produce uno dei vini dolci più ricercati e celebri d'Italia, raro e speciale come l'uva con la quale è prodotto: il Picolit. Per quanto concerne i vini da tavola - esattamente come nel Collio - la produzione riguarda prevalentemente vini bianchi, in modo particolare Tocai Friulano, Sauvignon Blanc e Chardonnay. Fra i vini dolci si produce inoltre il Verduzzo Friulano, i cui risultati - nei migliori esemplari - sono affascinanti e avvincenti tanto da meritare un posto nella categoria dei vini dolci d'Italia più pregiati. La produzione dei vini rossi dei Colli Orientali del Friuli riguarda prevalentemente le uve internazionali, come Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero, uve che - grazie anche al clima della zona - riescono a produrre ottimi risultati. Fra le uve rosse autoctone risultano molto interessanti i vini prodotti con lo Schioppettino, Refosco dal Peduncolo Rosso, Tazzelenghe e Pignolo.

 

Friuli Grave

 La zona vinicola delle Grave - o Friuli Grave - è la più vasta della regione e si estende dai territori in provincia di Udine verso occidente fino alla provincia di Pordenone. Il nome deriva dal tipo di terreno che caratterizza la zona, ricco di sassi e ghiaia, capace di produrre - a patto che si utilizzino criteri colturali con basse rese - ottimi vini. Nonostante i vini delle Grave siano caratterizzati da una minore complessità rispetto a quelli prodotti nel Collio o nei Colli Orientali del Friuli, questa zona è certamente capace di produrre vini interessanti e di qualità. La produzione delle Grave - che grazie alla sua superficie rappresenta oltre i due terzi della produzione totale della regione - riguarda principalmente vini bianchi da uve Chardonnay, Sauvignon Blanc e Tocai Friulano. Nonostante non siano molto diffusi, di particolare interesse sono i vini prodotti con Riesling, caratterizzati da una buona freschezza e delicatezza. La produzione di vino rosso si basa prevalentemente sulle uve internazionali Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Buoni risultati si ottengono inoltre con l'uva autoctona Refosco dal Peduncolo Rosso.

 

Ramandolo e le Altre Zone di Produzione

 Ramandolo, che prima del 2001 apparteneva ai Colli Orientali del Friuli, è oggi l'unica zona a Denominazione d'Origine Controllata e Garantita (DOCG) del Friuli Venezia Giulia. Qui si produce l'omonimo vino dolce da uve Verduzzo Friulano, capace di accompagnare sia i dessert sia i formaggi stagionati. Fra le altre zone di produzione del Friuli Venezia Giulia, è opportuno ricordare quella di Friuli Isonzo - o semplicemente Isonzo - dove si producono vini che ricordano quelli del Collio e che si trova a sud di questa zona. I vini di Isonzo sono prevalentemente bianchi e in modo particolare da uve Tocai Friulano, Chardonnay e Sauvignon Blanc, mentre i rossi sono principalmente prodotti da uve Merlot e Cabernet Sauvignon. Nella parte meridionale della regione si trovano le zone Annia e Latisana, nelle quali si producono vini non molto diversi fra loro - prevalentemente bianchi - e che risentono direttamente dell'influsso del clima marittimo. Della zona di Annia, di particolare interesse è il vino rosato, prodotto con le uve rosse previste dai disciplinari di produzione.

 




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