Negli ultimi anni, almeno in Italia, sembra che l'antico adagio non ci sono
più le stagioni di una volta sia molto appropriato all'andamento
meteorologico del Paese. A ben guardare i capricci della primavera appena
conclusa, sembra di stare in un paese tropicale anziché in Italia. Si spera
l'estate sia più clemente e che possa regalare un andamento più regolare e
decisamente coerente con questa stagione. Qualora dovesse continuare
l'andamento della primavera, i vignaioli e gli agricoltori avranno motivo di
preoccuparsi seriamente. Piogge e temporali hanno accompagnato la quasi
totalità della primavera, con escursioni di temperatura che sono andati dal
freddo fino al caldo accompagnato da umidità. Attingendo sempre dall'antica
saggezza popolare del nostro Paese, vien proprio da dire non ci sono più le
mezze stagioni. I meteorologi ci assicurano che, valutando la quantità di
acqua delle precipitazioni primaverili, questa pare essere nella norma. Il
punto, in ogni caso, è la concentrazione e l'andamento delle precipitazioni che
sembrano essere diluvi anziché piogge primaverili.
La temperatura è stata bizzarra tanto quanto la pioggia. In particolare nel
mese di aprile, nel periodo durante il quale la vite inizia a germogliare e si
verifica la ripresa vegetativa delle piante. In certe zone d'Italia - non da
meno, in alcune parti d'Europa - si sono addirittura verificare delle gelate
con conseguenze anche serie nei vigneti. In Borgogna e nella Valle della Loira,
in particolare, la gelata che si è verificata in aprile ha letteralmente
bruciato i germogli delle viti che si stavano affacciando per diventare uva.
Questo significa che, nelle zone colpite, si verificherà un cospicuo ritardo
vegetativo poiché le piante che hanno subito la gelata - ammesso siano nella
giusta condizione - dovranno generare nuovi germogli. In queste zone,
inevitabilmente, la vendemmia sarà ritardata proprio per consentire ai nuovi
germogli di giungere a piena maturazione, condizioni meteorologiche estive e
autunnali permettendo.
Anche l'Italia è stata interessata all'anomala ondata di freddo che si è
verificata in aprile e le regioni a lamentare i danni più ingenti nei vigneti
sono state Abruzzo e Molise. In alcuni casi, i vignaioli hanno già dichiarato
che, a causa dei danni subiti, è molto probabile che, per loro, l'annata 2016
sarà fortemente limitata. Non tutto è perduto, ovviamente. L'estate sta per
arrivare e, ammesso non continui i capricci della primavera, c'è ancora
possibilità e margine di recupero. Chi si occupa di agricoltura e viticoltura
sa che è sempre bene alzare lo sguardo al cielo. Non per invocare l'intervento
divino, piuttosto per controllare e, possibilmente, prevenire gli effetti delle
condizioni meteorologiche. Questo è ovviamente possibile solo in caso di
fenomeni meteorologici benevoli e controllabili, non certo nel caso di
eventi infausti e devastanti, come la grandine o, appunto, le gelate.
Le abbondanti piogge primaverili hanno costretto i viticoltori a intervenire in
modo opportuno contro la peronospora e l'oidio. Queste due patologie sono
infatti particolarmente attive dalla metà della primavera fino alla prima parte
dell'estate, quando si verifica l'inizio e lo sviluppo dei grappoli. Le misure
di prevenzione contro queste due patologie consistono in trattamenti di solfato
di rame per la peronospora e zolfo per l'oidio. L'impiego di queste due
sostanze è da molti considerato tradizionale - quindi accettabile -
ricordando che esistono anche altri trattamenti fitosanitari e da molti perfino
considerati meno nocivi per l'ambiente. Si deve infatti osservare che,
nonostante il solfato di rame sia efficace contro la peronospora, si tratta
comunque di un metallo pesante e che durante la somministrazione è assorbito
anche dal suolo.
Pioggia, nebbia ed escursioni termiche portano inoltre umidità e di conseguenza
muffa. A onore del vero, è ancora presto per preoccuparsi della muffa, di certo
diventa un problema serio quando i grappoli sono formati e vanno verso la
maturazione. Qualora l'estate dovesse essere capricciosa quanto la primavera,
la muffa sarà inevitabilmente un serio rischio per la vendemmia, in particolare
a settembre. Va ricordato che la presenza della muffa, quando si sviluppa in
particolari modalità, è sempre benvenuta nei vigneti dei produttori che si
dedicano ai vini cosiddetti muffati, mentre è una maledizione per tutti gli
altri. Si deve inoltre osservare che non tutte le uve subiscono i medesimi
effetti della muffa, poiché in quelle che hanno acini con buccia spessa
l'attacco risulta del tutto vano e trascurabile. Non si può invece dire lo
stesso per le varietà a buccia sottile, come per esempio le tante uve
appartenenti alla numerosa famiglia delle Malvasie, ampiamente presenti in
Italia.
Non ci resta che confidare in un'estate coerente con il proprio andamento,
visto che di piogge e temperature severe se ne sono viste e sentire fin troppe
in primavera. Sicuramente le viti hanno cospicue riserve idriche dalle quali
attingere nel sottosuolo. Questo significa che - qualora l'estate dovesse
essere afosa e siccitosa - le radici possono confidare nell'acqua presente
nelle profondità del suolo. Le abbondanti precipitazioni primaverili, non da
meno le basse temperature, avranno conseguenze sul ciclo vegetativo della vite
e potrebbero inoltre determinare ritardi nella maturazione delle uve e quindi
nella vendemmia. Non ci resta che confidare in un'estate più regolare e meno
capricciosa dell'appena trascorsa primavera e che il 2016 possa regalarci
eccellenti vini. Il mio pensiero, non lo nego, va a tutti quei viticoltori che,
comprensibilmente, questa estate continueranno a guardare il cielo, confidando
di portare in cantina uve strepitose per poi emozionarci, ancora una volta, con
i loro vini.
Antonello Biancalana
|