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  Eventi Numero 200, Novembre 2020   
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Numero 199, Ottobre 2020 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 201, Dicembre 2020

Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Vinitaly-Nomisma: giù i Calici nel Semestre Peggiore di Sempre


 
Il “semestre Covid-19” (marzo-agosto) pesa anche sul commercio mondiale di vino, con una contrazione senza precedenti nella storia moderna del settore. Nei Paesi extra-UE – secondo le elaborazioni dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane – gli scambi complessivi di vino nel semestre considerato hanno subito un calo a valore del 15,2%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il decremento più significativo è relativo alle bollicine (-28,8%), che “sgasate” dal lockdown perdono quota in tutti i 10 top importer, che rappresentano il 92% del mercato extra-UE. In tutto ciò il vino italiano, pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent'anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno. Nel primo bimestre il trend segnava infatti +14,5%.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «In un altro periodo l'export in calo di quasi il 9% significava crisi, oggi è una mezza vittoria se si guardano i competitor, ma il bicchiere rimane comunque mezzo vuoto e la congiuntura non aiuta. Il nostro osservatorio evidenzia uno scenario sempre più asimmetrico all'interno del comparto, e a pagare sono soprattutto le piccole e medie imprese di qualità, asse portante del made in Italy. A wine2wine exhibition & forum (22-24 novembre) faremo il punto sul settore e sulle alternative commerciali direttamente con gli attori internazionali del mercato».
Stati Uniti e Svizzera, rispettivamente la prima e la terza destinazione per il prodotto tricolore, sono i Paesi che hanno contribuito a rendere meno amaro il calice italiano. Da una parte, negli Usa (-8,1%) la performance è stata meno drammatica di quella francese (-40,1%) stroncata dai dazi aggiuntivi; dall'altra la Svizzera è addirittura andata in terreno positivo (+7,5%).
La differenza nel computo finale del semestre tra le 2 superpotenze produttive mondiali sta anche nella Cina, che segna un piano sempre più inclinato (-38%) per entrambe ma i cui pesi, e relative ripercussioni, sono ben differenti.
Per l'Italia infatti il deficit si traduce in 26 milioni di euro; per la Francia in 122 milioni di euro. In crisi anche il mercato del Regno Unito, su cui si addensano anche le nubi della Brexit: -9,5% per il Belpaese e -21,6% per i transalpini, con gli sparkling in netta controtendenza sugli ultimi anni, in particolare per Parigi (-41,9%, Roma a -17,4%). Ed è proprio questa tipologia a calare di più anche in termini assoluti, con un crollo del 38,5% delle bollicine francesi e del 12% per gli spumanti italiani.
Per il responsabile dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: «Il semestre marzo-agosto ci consegna una pesante diminuzione nelle importazioni di vino dei mercati terzi dove l'Italia sembra soffrire meno rispetto alla Francia alla luce di una distribuzione dei propri vini più equilibrata tra on e off trade, anche se i pessimi segnali che stanno giungendo sulla seconda ondata della diffusione della Covid-19 rischiano di appesantire ulteriormente la perdita, considerando che solitamente l'ultimo trimestre arriva ad incidere per circa il 30% sull'export complessivo dell'anno».
Il semestre ha infine inciso notevolmente in termini di quote di mercato nell'extra-UE tra i 2 market leader, con la Francia che perde 5 punti e scende al 29,3% mentre l'Italia sale al 23,5%
È di 7,7 miliardi di euro il valore delle importazioni di vino nei Paesi terzi nel “semestre Covid-19” a fronte di 9,1 miliardi di euro registrati nel pari periodo del 2019. A perdere, 8 tra i 10 top buyer considerati e tutti i primi 5 principali importatori extra-UE: USA (-20,7%), UK (-6,8%), Cina (-35,5%), Canada (-7,9%) e Giappone (-17,5%).
A farne maggiormente le spese proprio la tipologia che è cresciuta di più negli ultimi anni: gli sparkling pagano infatti con un -28,8% e trend negativo in tutte le piazze della domanda, con quella statunitense che paga oltre 1/3 delle vendite in valore. Perdono la metà rispetto alle bollicine i fermi imbottigliati (-14,7%), a partire dalla Cina (-35,8%), con cali sopra la media anche da parte di Usa e Australia.
In generale, la vistosa contrazione del prezzo medio è da addurre a 2 fattori: le grandi difficoltà del canale horeca e di conseguenza dei vini a maggior valore e le condotte speculative lungo la filiera.

Bilancio Positivo per “Piemonte Grappa”

Un flusso quasi costante, un pubblico giovane proveniente da Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e da tutto il Piemonte, visitatori stranieri da Germania, Svizzera e Paesi Bassi, una partecipazione totale che ha largamente superato il migliaio di persone. Sono questi i numeri dell'evento “Piemonte Grappa”, andato in scena domenica 4 ottobre in 11 distillerie aderenti al Consorzio di Tutela. Tutti d'accordo sull'esito positivo della manifestazione, che in tempi di Covid-19 presentava un grande punto interrogativo sul suo svolgimento. E invece è andata bene, tutti soddisfatti e organizzati con le prenotazioni, le visite guidate a piccoli gruppi e i percorsi obbligati che hanno soddisfatto il distanziamento e la protezione con le mascherine.
Grande professionalità e attenzione quindi da parte delle aziende, che sono state ripagate da una buona partecipazione. Questa particolare gestione dei visitatori ha offerto in qualche modo la possibilità di approfondire maggiormente gli elementi della visita e anche le degustazioni: sono state queste infatti le due proposte che il pubblico ha trovato in ogni distilleria, la visita agli impianti di produzione e alle cantine di invecchiamento e gli assaggi gratuiti dei tanti prodotti derivanti dalle lavorazioni all'alambicco, alcuni dei quali presentati proprio in questa occasione.

Morellino di Scansano, Vendemmia 2020: Volumi in Calo, Qualità Alta

Un calo dei volumi importante, ma ottime prospettive sul fronte della qualità. Si è conclusa da poco nell'areale del Morellino di Scansano DOCG la vendemmia 2020 e c'è soddisfazione all'interno del Consorzio di Tutela dopo aver ascoltato le prime impressioni di buona parte dei produttori della denominazione.
«Questo 2020 ha messo alla prova tutti noi, con scenari che solo un anno fa erano inimmaginabili. La denominazione ha saputo mantenere le proprie quote di mercato, nonostante tutto. La natura sembra averci ascoltato in questa annata, compensando le rese ridotte con una qualità che si prospetta alta» afferma il direttore del Consorzio Alessio Durazzi.
La principale causa del consistente calo di produzione è da attribuire a un mese di agosto sostanzialmente siccitoso. La svolta è arrivata nel mese di settembre, a ridosso della vendemmia. «A fine agosto e poi per tutto il mese di settembre le piogge hanno permesso alle viti di riequilibrarsi e l'uva si è indirizzata verso una maturazione praticamente perfetta, aspetto fondamentale per ottenere una qualità di livello superiore» conclude Durazzi.
Tutte le zone di produzione dei sette comuni che fanno parte della denominazione – Scansano, Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna, Semproniano – grazie al finale di stagione equilibrato dal punto di vista meteorologico sono riuscite a vendemmiare uve perfettamente mature e con un ottimo equilibrio tra zuccheri e acidità.
«Quella di quest'anno si configura come un'annata di eccellente livello qualitativo – afferma Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio – è un risultato che ci ripaga degli sforzi che tutti noi produttori, sia in vigna sia in cantina, abbiamo dovuto affrontare a causa del delicato momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, adeguando strutture e organizzazioni interne alle normative in atto».
«Siamo certi che il mercato, a fronte di volumi deficitari rispetto al solito, saprà apprezzare e soprattutto valorizzare un'ottima vendemmia – conclude il presidente – le uve hanno un grande potenziale grazie al raggiungimento di una maturazione fenolica ottimale; i vini di annata, avranno grande intensità olfattiva che li renderà appaganti sin dall'inizio della loro commercializzazione, mentre per le Riserve ci sono tutte le premesse per ottenere vini di struttura, equilibrio e longevità».

Il Mercato Premia il Lugana DOC

Il Lugana si conferma un vino amatissimo e anche in questo anno difficile la domanda premia il bianco gardesano. La consapevolezza del Consorzio è stata avvalorata anche dalla recente ricerca della Rome Business School dedicata al mercato del vino in Italia ai tempi della Covid-19, che vede il Lugana saldamente al primo posto fra i vini emergenti. In attesa dell'arrivo della nuova annata, prevista per i primi mesi del 2021, il Consorzio ha quindi deliberato lo sblocco dello stoccaggio 2019.
Il Lugana DOC al momento sta registrando una ripresa, con una crescita che sfiora l'11% rispetto all'anno precedente, nonostante la flessione delle vendite subita nei mesi di lockdown, con una previsione di chiusura d'anno in positivo, caso quasi unico nel panorama italiano.
«È un risultato di cui ci riteniamo soddisfatti, riflesso della fidelizzazione dei mercati e del grande potenziale di questo vino – afferma il Presidente Ettore Nicoletto – La scelta di stoccare gli eccessi produttivi è stata lungimirante, una misura flessibile che ci consente oggi di essere reattivi alle richieste dei consumatori. Con questa decisione verranno immessi complessivamente al consumo poco meno di 6.000 ettolitri di Lugana DOC, destinati prevalentemente a Italia, Germania e Stati Uniti, i nostri principali mercati di riferimento, mercati maturi e all'interno dei quali la ricchezza di offerta dei nostri numerosi produttori può trovare adeguati spazi commerciali. È una decisione importante anche al nostro interno – conclude Nicoletto – un'iniezione di fiducia e ottimismo per l'intera filiera del Lugana».

 


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