Il Basilico era già noto al tempo degli egizi, che lo impiegavano, con altre
essenze, durante le cerimonie religiose. Sembra che fosse usato anche come
ingrediente nella fabbricazione del balsamo per la mummificazione. Nel Medio
Evo, gli si attribuivano poteri magici, era utilizzato come difesa contro il
basilisco, creatura mostruosa dalle sembianze di serpente velenoso. Il
Basilico - o Bassilico - trova le sue origini nelle lontane India e Indonesia.
Probabilmente, fu introdotto in Europa prima dai greci e successivamente dai
romani, tramite le rotte commerciali che attraversavano il Medio Oriente. Presso
i romani era considerato il simbolo degli innamorati, ma veniva usato anche come
erba aromatica in cucina. Apicio lo nomina in una ricetta con i piselli. In
Inghilterra lo incontriamo intorno al XVI secolo, mentre in America si dovrà
attendere il XVII secolo prima di potere fare la sua comparsa.
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Verde, fresco e profumato: il basilico
aggiunge alle ricette il suo inconfondibile segno | |
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Nel suo paese d'origine - l'India - l'impiego del basilico in cucina è piuttosto
ridotto. Un tipo di basilico, l'Ocimum Sanctum - il famoso Tulsi - è
considerata una pianta sacra dedicata a Vishn e Krishna, e i suoi
semi sono utilizzati per la fabbricazione dei mala, sono consumati dalle
persone che praticano una dieta vegetariana o aspirano a uno stile di vita più
puro. Nell'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il basilico è utilizzato
per la cura di molti disturbi. In India si usa piantare il basilico per vedere
se verificare la salubrità di un terreno: la buona crescita della pianta
battezza un luogo o un terreno come decisamente salubre. Si ritiene, inoltre,
che la presenza del basilico, o meglio del Tulsi, può scacciare gli spiriti
maligni e attirare le benedizioni divine. Le foglie vengono utilizzate durante
le cerimonie religiose in favore di Vishnu, specialmente quelle in favore del
benessere della famiglia.
In India una pianta di basilico coltivata davanti casa, tiene lontano gli
insetti pericolosi, ma un profondo conoscitore delle tradizioni indiane vi dirà
che è sintomo della cultura e delle inclinazioni religiose della famiglia. Il
terreno circostante la pianta, viene concimato solo con sterco di vacca, animale
considerato sacro in India. Nelle case più ricche vengono coltivate diverse
piante di tulsi, in modo da formare un piccolo boschetto sacro denominato
tulsi-van o vrindavan. Le sacre scritture indù invitano a
guardare il tulsi non come semplice pianta, ma come una rappresentazione
naturale del dio Vishnu o Krishna. Chiunque abbia avuto occasione di fare un
viaggio in India avrà certamente notato che moti fedeli utilizzano una serie di
sferette di legno legate insieme da una funicella (Mala), e che ricordano
i rosari cattolici: le palline sono fatte con i semi di una pianta sacra, il
basilico indiano, i mala di tulsi. Per comprendere il rispetto che gli indù
hanno per questa pianta, vale la pena spendere qualche parola, per ricordare che
gli inglesi, quando volevano obbligare un indiano a giurare - e non avendo un
equivalente alla Bibbia - lo facevano giurare sul tulsi.
In Occidente il basilico è simbolo di fertilità. Boccaccio narra la storia di
Lisabetta che, dopo aver nascosto la testa del suo innamorato dentro il
terriccio di un vaso di basilico, lo innaffiava con le proprie lacrime. Di
tutt'altro avviso è Van Helmont (1577-1644), dottore fiammingo, il quale
sosteneva che il basilico lasciato tra due mattoni si trasformava in uno
scorpione.
Uso del Basilico
Il basilico è una pianta annuale adatta a climi temperati e non sopporta il
gelo. Può raggiungere un'altezza di 30-40 centimetri. Una caratteristica
interessante e curiosa, è che il basilico, se coltivato in un ambiente avverso,
tende a perdere le sue caratteristiche principali, diventa grasso e duro, perde
il suo caratteristico profumo dolce e delicato per assumere toni forti e duri. A
Genova - dove il basilico viene coltivato su vasta scala, in serre con
temperature ed umidità tropicali - la raccolta viene fatta quando la pianta
raggiunge un'altezza massima di dodici centimetri, in modo da ottenere il meglio
delle caratteristiche organolettiche. I genovesi sono molto esigenti in fatto di
basilico. In Liguria è tradizione coltivare il basilico in vasi di terracotta
posti nei balconi delle case. Riassumendo: il basilico migliore è quello
coltivato in condizioni di agio e consumato giovane.
Non si possono fare paragoni tra l'aroma del basilico fresco e quello secco. Il
basilico fresco può essere conservato per un breve periodo in frigorifero, ma il
modo migliore per conservarlo è senz'altro a bagno nell'olio. Secondo la
tradizione italiana, si prendono le foglioline di basilico lavate e asciugate,
si sistemano su un vaso ricoperte da un pizzico di sale, quindi si procede, allo
stesso modo, con uno strato successivo di basilico, una spolverata di sale, un
altro strato di basilico e così via fino a riempire il vaso. Quando il vaso è
pieno, lo si riempie con olio d'oliva fino a coprire il tutto, si chiude bene e
si conserva in un luogo fresco o in frigo al riparo dalla luce diretta. Con
questo sistema si può conservare il basilico per un tempo molto lungo senza
perdere le sue qualità organolettiche, anche se con il passare del tempo le
foglie tenderanno a diventare nere. Inoltre, il basilico conservato secondo
questo sistema è ideale per preparare il pesto alla genovese.
Il basilico non è certamente un ingrediente caratteristico della cucina nord
europea. Per trovarlo bisogna andare verso sud, in Italia, in Grecia e nei paesi
del Mediterraneo. L'impiego più affascinante del basilico in cucina, forse si
trova nella preparazione del pesto genovese, che in varie espressioni, è tipico
di tutta la riviera da Genova fin oltre confine, in Provenza, dove prende il
nome di pistou. La ricetta del pesto prevede l'utilizzo di basilico,
aglio, sale, olio d'oliva, pecorino sardo e/o parmigiano, pinoli o noci
sbucciate, il tutto pestato in un mortaio fino a ottenere una salsa densa. Da
notare che alcune varianti del pesto non prevedono l'uso dell'aglio. In Italia -
dove ormai è conosciuto in tutte le regioni - viene utilizzato per condire la
pasta, in particolare le trenette, ma anche sul riso e sui crostini. La
diffusione su larga scala ha portato l'industria a offrire confezioni di pesto
già pronto, naturalmente non comparabile al pesto fresco, ma forse è meglio
accontentarsi piuttosto che rinunciarvi.
Un prodotto tipico della Puglia è l'olio di basilico. L'olio viene aromatizzato
in maniera naturale: in fase di spremitura, fatta rigorosamente con mezzi
meccanici, insieme alle olive sono spremute anche delle foglie di basilico,
donando all'olio un aroma fresco e intenso. L'olio al basilico viene utilizzato
per condire piatti di pasta, pesce e insalate. Nella Francia meridionale il
pistou viene usato nelle minestre. Sulla riviera italiana, si usava fare
uno spuntino con un panino riempito con pomodoro, sale, olio d'oliva e qualche
foglia di basilico: una preparazione certamente gustosa, ormai sostituita da
sandwich, panini e tramezzini. Un panino con pomodoro, olio e basilico, è
arricchito dai sapori e dai profumi degli ingredienti, sono diversi, sono
essenze della terra, ogni stagione diversi e in ogni regione diversi.
L'aroma del basilico si sposa bene con il pomodoro, e con qualunque piatto a
base di pomodoro, con piatti a base di uova, come le frittate o le uova
strapazzate, con le melanzane, il pesce - in particolare triglie e aragoste - e
tante altre preparazioni. La fantasia e il gusto rappresentano, come sempre, il
limite. In commercio si trovano anche foglie di basilico essiccate utilizzate
nella preparazione di sughi, stufati e minestre. È buona abitudine aggiungere il
basilico alle pietanze all'ultimo momento, poiché tende a perdere il suo
caratteristico sapore. Alcuni cuochi evitano di sminuzzare le foglie con il
coltello, preferendo di romprerle con le mani in modo da permettere agli olii
essenziali di liberarsi più facilmente e sprigionare tutti i loro aromi. Oltre i
confini dell'Europa, il basilico è utilizzato in Malesia (selaseh) e in
India (babuitulsi). Esiste anche l'aceto di basilico, preparato lasciando
macerare delle foglie di basilico in aceto di vino.
L'utilizzo del basilico non si limita al campo culinario e religioso, ma anche
in cosmesi, in erboristeria e in aromaterapia. In erboristeria viene usato come
rimedio contro l'alito cattivo, la cattiva digestione, la tosse, il meteorismo,
la cefalea nervosa e la cefalea da cattiva digestione. L'infuso delle foglie
essiccate viene utilizzato negli stati febbrili, nella nausea e nei crampi
addominali. L'olio di basilico è sconsigliato in caso di gravidanza, ai bambini
sotto i sei anni, sulla cute particolarmente sensibile. Assunta a dosi elevate,
per via interna, l'essenza di basilico può provocare effetti narcotici, per via
esterna può avere un effetto irritante per le mucose. La pianta contiene un olio
essenziale ricco di estragolo ed eugenolo, oltre che linalolo e terpeni. In
cosmesi si usa come tonificante e deodorante: è sufficiente mettere 15 foglie di
basilico in un sacchetto di cotone e aggiungerlo all'acqua del bagno. Come
tonico per la pelle, alcune foglie di basilico e salvia macerate nell'alcol,
successivamente diluito con acqua. Per i capelli, un infuso a base di basilico
usato come lozione dopo lo shampoo. In aromaterapia è utilizzato come
stimolante.
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