Se state pensando al Pinot Nero o allo Chardonnay, allora è inevitabile non
collegare queste due uve con una zona precisa della Borgogna, con un nome carico
di promesse e di buon auspicio: la Côte d'Or. Nonostante la sua traduzione
letterale sia Costa d'Oro, il suo nome è in realtà l'abbreviazione di
Côte d'Orient, cioè Costa Orientale. La Côte d'Or comprende
quattro aree vinicole, delle quali le più importanti e famose sono la
Côte de Nuits e la Côte de Beaune. Nonostante queste due aree
siano famose per i loro vini da uve Chardonnay e Pinot Nero, la Côte de Nuits,
nella parte settentrionale della Côte d'Or, è principalmente famosa per i suoi
Pinot Nero, mentre la Côte de Beaune, nella parte meridionale, è conosciuta
prevalentemente per i suoi Chardonnay, anche se è bene ricordare che in questa
zona si producono anche eccellenti Pinot Nero. Nella Côte d'Or sono inoltre
definite altre due aree vinicole: Châtillon - a nord della Côte de Nuits -
le e Hautes-Côtes, definite sia per l'area di Beaune sia per l'area di Nuits.
La Côte d'Or, nonostante le sue piccole dimensioni che coprono una stretta
fascia di territorio lunga appena 50 chilometri, è la zona vinicola più celebre
della Borgogna e fra le più conosciute della Francia. La coltivazione della vite
e la produzione di vino in queste terre risale a tempi molto antichi. Quando gli
antichi romani arrivarono nella Borgogna nel 51 AC, il territorio era già
occupato dai Celti che praticavano la viticoltura e quindi la produzione di
vino. Ricerche archeologiche condotte nella zona, suggeriscono tuttavia che la
produzione di vino nella Borgogna era già praticata nel 200 AC. Il vino era
comunque un elemento importante già a quei tempi poiché, oltre al ritrovamento
di anfore vinarie locali, scavi archeologici hanno consentito di ritrovare
antiche anfore etrusche, segno dell'attività commerciale dell'antico popolo del
centro Italia in queste terre. Le prime testimonianze scritte sul vino della
Borgogna risalgono al 312 DC.
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| La Côte d'Or |
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Si parla del vino della Borgogna e della sua qualità nel 591 DC, per opera di
Gregorio di Tours che nella sua Storia dei Franchi, il quale racconta che
nelle colline a ovest Digione si producevano vini nobili tanto da essere
comparati con il Falerno, uno dei vini dell'epoca più decantati e celebri.
Durante il dominio dell'imperatore Carlo Magno, la viticoltura e la produzione di
vino nella Côte d'Or vissero alti periodi di splendore, in particolare grazie
all'attività dei monaci Benedettini. Nonostante la vite fosse coltivata ovunque,
le privilegiate condizioni produttive dei monasteri, in particolare la
disponibilità di cantine sotterranee adatte alla conservazione, consentiva ai
monaci di eccellere, in modo sistematico e metodico, nella produzione di vino:
il loro contributo per l'enologia, qui come altrove, è stato fondamentale. I
primi monaci ad acquistare vigneti furono i Benedettini Cluniacensi. Con la
costruzione dell'abbazia di Cluny nel 910 DC, l'ordine monastico di estese nei
principali paesi europei, e l'interesse per la vite e il vino era sempre una
caratteristica che li accompagnava.
Grazie ai lasciti e donazioni di nobili e benestanti, nel 1273 l'abbazia di
Cluny possedeva tutti i vigneti intorno a Gevrey. Un'altra abbazia che poteva
vantare il possesso di celebri vigneti era quella di St.-Vivant. Nel 1232 la
duchessa di Borgogna concesse a questa abbazia i celebri vigneti di
Romanée-Conti. La Romanée, La Tâche, Richebourg e Romanée-St-Vivant: vigneti
ancora oggi considerati fra i più prestigiosi della Côte d'Or. L'abbazia di
St.-Vivant possedeva inoltre vigneti a Pommard, Auxery e Santenay. Un altro
ordine monastico che svolgerà un ruolo fondamentale nella viticoltura e
nell'enologia della Borgogna è quello dei Cistercensi, fondato nella città di
Cîteaux, non molto distante a est di Nuits-St-George. Il loro primo vigneto
fu acquisito nel 1098 grazie alla donazione del duca di Borgogna e, nonostante
l'ordine praticasse l'austerità e l'ascetismo, ben presto iniziarono ad
acquistare vigneti. Nel 1336 i Cistercensi possedevano estesi vigneti nelle aree
di Vougeot, Beaune, Chambolle, Fixin e Pommard. In particolare, costruirono un
muro intorno al loro vigneto di Vougeot, dando così origine al celebre
Clos de Vougeot.
Grazie al lavoro dei monaci Cistercensi - condotto con una scrupolosa opera di
sperimentazione e comparazione - si arrivò al concetto di terroir, così
caro ai viticoltori francesi, e allo studio delle differenze fra i diversi
cru. Fino al quindicesimo secolo, a causa delle difficoltà legate al
trasporto, che da queste zone si poteva svolgere solo attraverso terra, i vini
più celebri della Côte d'Or - e della Borgogna - erano quelli della zona di
Beaune. I vini che sembravano avere maggiore successo erano quelli prodotti
nelle zone adiacenti ai fiumi: la facilità con la quale potevano essere
trasportati in altre zone costituiva un enorme vantaggio. La notorietà dei vini
della Côte d'Or e della Borgogna crebbe nel dodicesimo secolo, quando papa
Clemente V trasferì la corte papale ad Avignone. La richiesta per i vini di
Beaune - cioè della Borgogna - aumentò e con essa anche il prestigio, tanto da
essere considerati come secondi a nessuno. Un altro evento importante che
contribuì ad accrescere il pregio dei vini di questa regione, fu la loro
predilezione da parte dei duchi di Borgogna. Proprio a questo periodo risale la
prima citazione scritta del Pinot Nero, a quei tempi chiamato Noirien.
Con molta probabilità, i vini bianchi di quei tempi in Borgogna erano prodotti
con l'uva Formenteau, una varietà oggi considerata la progenitrice del Pinot
Grigio. Lo Chardonnay - che è oggi l'uva bianca più rappresentativa e diffusa
della Borgogna - farà il suo ingresso nella scena enologica della regione
solamente durante il medio evo. Da notare anche che a quei tempi, i vini si
consumavano generalmente entro l'anno successivo dalla vendemmia, pertanto non
esisteva la pratica di fare maturare i vini. La fama dei vini rossi della Côte
de Nuits era già ben consolidata nel 1728, come citato dall'opera di Claude
Arnoux Dissertazione sulla situazione della Borgogna, nel quale si citano
anche i vini rosati di Volnay, mentre si parla brevemente dei bianchi della
Côte de Beaune. La notorietà della Côte d'Or subì un arresto nel 1878,
quando arrivò nei vigneti la fillossera. Nel 1855, il Dott. Lavalle pubblicò la
sua Storia e statistica della Côte d'Or nella quale era inclusa una
classificazione informale dei migliori vigneti. Il suo lavoro fu formalizzato
nel 1861 portando alla classificazione dei vigneti in tre categorie. Infine, nel
1930, con l'introduzione del sistema dell'Appellation Côntrolée, si
giungerà all'attuale classificazione dei vini della Borgogna e della Côte
d'Or.
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