Il vino è bevanda viva e in continua trasformazione. Come le persone, il vino
nasce, cresce e muore in accordo al tempo e alle condizioni di vita.
In questo caso specifico, per condizioni di vita si intendono tutti quei
processi produttivi e di conservazione, dalla vigna al calice. Sono questi
fattori che determinano infatti le possibilità di sviluppo e le aspettative di
evoluzione in funzione del tempo. Le trasformazioni che subisce il vino nel
corso di tutta la sua evoluzione sono spesso radicali, cancellando il suo
giovane carattere quando assaggiato dopo alcuni anni. Questo processo,
ovviamente, non è infinito: il vino, inevitabilmente, raggiungerà il suo apice
di evoluzione per poi avviarsi verso un inesorabile declino. Prima che si
verifichi questa condizione, il vino è in continua evoluzione, offrendo qualità
sensoriali sempre diverse.
Il tempo durante il quale si realizza la vita di un vino è decisamente
variabile. Ci sono infatti vini capaci di evolversi proficuamente anche per
oltre cinquanta anni, mentre altri possono arrivare a malapena a tre. I vini che
riescono a sfidare il tempo - va detto chiaramente - devono essere prodotti con
questo specifico obiettivo, un lavoro che non prevede compromessi e che inizia
sempre in vigna. In ogni caso, ogni varietà di uva ha sempre possibilità di
evoluzione nel tempo assolutamente proprie: anche a parità di criteri
produttivi, ogni uva difficilmente evolverà opportunamente oltre i propri
limiti. A titolo di esempio, è piuttosto improbabile che un vino prodotto con
l'uva Grignolino possa evolvere in modo significativo per cinquanta anni, cosa
che invece può accadere per un vino prodotto con Cabernet Sauvignon.
In termini generali, i vini rossi hanno una longevità maggiore rispetto ai vini
bianchi, nonostante si debba notare che ci sono alcuni vini bianchi capaci di
evolvere proficuamente anche per dieci anni, in rari casi, anche oltre. Fra i
vini campioni in longevità, troviamo anche i vini passiti e i vini fortificati.
A determinare la longevità di un vino, innanzitutto, sono le caratteristiche
specifiche dell'uva e, in particolare, la presenza e la quantità di certe
sostanze. Queste sostanze sono poi rafforzate oppure attenuate
durante le fasi di vinificazione, pertanto la longevità di un vino è sempre
risultato delle qualità di un'uva e del modo con il quale si produce vino. Come
già detto, il Cabernet Sauvignon è un'uva che potenzialmente produce vini
capaci di notevole longevità. Questa sua caratteristica può comunque essere
totalmente annullata con pratiche viticolturali ed enologiche
inappropriate o sommarie.
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Botti e barrique sono i contenitori nei
quali l'ossigeno e il tempo favoriscono l'evoluzione del vino | |
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Date le giuste condizioni viticolturali, enologiche e di conservazione, il
tempo spesso opera nel vino autentici miracoli, restituendo profili
organolettici di straordinaria complessità e ricchezza. A tale proposito, è
bene ricordare il concetto di tempo legato al vino. Il concetto di età
legato al vino non si può infatti misurare in termini assoluti come accade, per
esempio, per le persone. Ogni vino, ogni uva, ogni zona - tanto per citare i
fattori principali - è misurabile in termini del tutto propri, definendo le
diverse età e stagioni in accordo alle singole condizioni. Non si può infatti
affermare - per esempio - che tutti i vini dopo tre anni sono da considerarsi
ancora giovani, poiché questa valutazione è strettamente legata alla qualità e
alle caratteristiche di ognuno di essi. Un vino rosso, per esempio, può essere
considerato ancora giovane dopo tre anni, ma lo stesso non si può dire
solitamente per molti dei vini bianchi.
Si può certamente parlare di gioventù, maturità e declino per ogni vino,
ricordando comunque che il tempo nel quale si verificano queste condizioni è
sempre definibile in accordo a ogni singolo caso. I vini, anche quando prodotti
con le stesse uve e pratiche enologiche, possono avere evoluzioni nel tempo
diverse pertanto anche la durata della loro vita può essere diversa. Il fattore
discriminante, in questo caso, è rappresentato dal territorio, dall'esposizione
delle vigne, il microclima e la composizione del suolo, tanto per citare i
parametri principali. Il territorio, fra i fattori più importanti e
determinanti della qualità e dell'espressione enologica, ribadisce - anche in
questo caso - la sua fondamentale importanza. Questo significa che, in una
denominazione, ogni singola frazione di territorio, ogni cru, possiede
non solo espressioni organolettiche specifiche e proprie, ma può, spesso,
produrre vini con possibilità di vita esprimibili in tempi diversi.
I fattori che determinano la durata nel tempo del vino, oltre alle
indispensabili condizioni viticolturali e di conservazione, sono molti. Gli
elementi che costituiscono il vino, oltre a definire il suo profilo sensoriale,
determinano in larga parte le sue possibilità di evoluzione nel tempo. Le
quantità di sostanze acide, zucchero, alcol, anidride carbonica e polifenoli,
determinano in larga parte la vita di un vino all'interno della bottiglia. Le
proprietà conservanti di questi elementi consentono infatti al vino di
mantenersi vivo nel tempo, permettendo - nel contempo - la sua
evoluzione. Le proprietà conservanti di queste sostanze non è comunque
infinita, poiché, con il tempo, subiscono delle alterazioni chimiche dovute, ad
esempio, all'interazione con l'ossigeno e la luce. Le modifiche che queste
sostanze subiscono nel tempo influiscono - di fatto - sull'evoluzione
sensoriale di ogni vino.
Questa evoluzione si può facilmente comprendere nei vini rossi, nei quali i
polifenoli si trovano in quantità significative. Prendiamo, ad esempio, lo
stesso vino rosso e prodotto in due annate diverse, possibilmente con una
differenza di cinque anni. Il vino più giovane risulterà all'assaggio più
aggressivo e astringente rispetto a quello più maturo, nel quale l'astringenza
sarà meno aggressiva e con una maggiore morbidezza. La mitigazione
dell'astringenza è il risultato della trasformazione molecolare dei polifenoli
che si verifica nel tempo. In gioventù, le molecole dei polifenoli hanno una
dimensione minore e quindi riescono meglio a svolgere la loro azione
astringente. Con il passare del tempo, queste tendono a polimerizzare,
aumentando quindi la propria dimensione, con il risultato di attenuare la
caratteristica astringenza, producendo una sensazione tattile più morbida e
rotonda.
L'effetto del tempo, così come l'efficacia della conservazione, possono essere
determinati, seppure in modo sommario, attraverso l'osservazione dell'aspetto
del vino. Il cambiamento del colore e della trasparenza forniscono infatti una
misura dell'età del vino, sia in funzione della tipologia specifica, sia in
termini di conservazione. Con il tempo, il colore del vino, di qualunque vino,
tende a cambiare tonalità, seguendo un ciclo diverso in accordo alla tipologia.
Nei vini bianchi, il colore tende ad assumere tonalità sempre più scure, fino
ad arrivare a un colore ambra scuro che può tendere anche al marrone. Nei vini
rossi il cambiamento si determina in senso opposto, assume cioè un colore
progressivamente più chiaro con il passare del tempo. Nei vini rossi giovani,
infatti, i colori sono piuttosto cupi e fortemente caratterizzati da sfumature
blu e porpora, mentre con il passare del tempo, la tonalità rossa tende a
schiarire fino ad assumere tonalità arancio.
Anche la trasparenza del vino, soprattutto quelli rossi, cambia con il tempo.
L'esempio citato in precedenza e relativo ai polifenoli, è principalmente
responsabile di questo cambiamento. La polimerizzazione delle molecole, oltre a
portare all'aumento della loro dimensione, determina anche un aumento di peso,
con il risultato che queste precipitano sul fondo rendendo il vino più
trasparente. Il fenomeno si osserva facilmente controllando la presenza di
sedimento sul fondo della bottiglia. La formazione di sedimento si verifica
anche nel caso di vini giovani che non hanno subito processi di filtrazione. In
entrambi i casi non si tratta di un difetto ma di una semplice condizione del
vino - più spesso, una precisa scelta enologica - che non pregiudica né la
qualità né la bontà. Infine, per quanto riguarda i cambiamenti dell'aspetto di
un vino che si verificano nel corso del tempo, un ruolo fondamentale è svolto
sia dalla luce sia dall'ossigeno.
L'azione dell'ossigeno, unitamente al tempo, è uno dei principali responsabili
della trasformazione - per meglio dire, evoluzione - degli aromi di un vino.
L'ossigeno opera la sua trasformazione sulle qualità aromatiche di un vino sin
dai primi momenti della sua produzione, cioè quando l'uva è pigiata per
ottenere il mosto, per effetto dell'ossidazione. L'ossigeno accompagna infatti,
in modo più o meno invasivo, tutta la vita del vino. La qualità delle
trasformazioni operate dall'ossigeno nel vino è determinata prevalentemente
dalla sua quantità e, per così dire, dalla violenza del suo impatto. Quando
l'azione dell'ossigeno è svolta in tempi lunghi e lentamente, condizione che si
verifica con quantità molto ridotte di ossigeno, gli effetti sul vino sono
generalmente considerati positivi. L'eccesso di ossigeno è generalmente
ritenuto un fattore negativo, con l'eccezione di quei vini nei quali
l'ossidazione è caratteristica dominante e ricercata, come il Marsala o il
Jerez.
L'effetto positivo dell'ossigeno nel vino si realizza, principalmente, durante
la maturazione in contenitori di legno, come botte e barrique. L'ossigeno,
passando attraverso i pori del legno, entra in contatto con il vino operandone
l'ossidazione. La quantità di ossigeno che si introduce dai pori del legno è
comunque ridotta, pertanto il suo impatto sarà minimo e protratto per un tempo
piuttosto lungo. L'azione dell'ossigeno continua anche all'interno delle
bottiglie sigillate con tappi di sughero. Per la stessa ragione che si verifica
nella botte, l'ossigeno passa attraverso i pori del sughero in quantità
infinitesimali e raggiunge il vino, determinando la sua evoluzione e
maturazione. L'effetto dell'ossigeno sugli aromi è evidente soprattutto in
quelli che ricordano la frutta. Con il tempo e con l'ossigeno, gli aromi di
questi perdono la loro tipica freschezza per assumere un carattere più
maturo, spesso di frutta secca o di confettura.
Il tempo conferisce al vino anche aromi che si definiscono generalmente
terziari e che lo arricchiscono di sensazioni piuttosto complesse. Una
complessità che si manifesta principalmente al naso e, pertanto, anche nel
gusto del vino. Nei vini bianchi e negli spumanti, il tempo arrotonda la
tagliente acidità, restituendo un vino più morbido, morbidezza che ritroviamo
anche nei vini rossi maturi, nei quali è l'astringenza a cedere maggiormente la
scena nel calice. Infine, per quanto concerne la maturazione e il tempo, va
ricordato che questa condizione risulta spesso positiva per alcuni vini, rossi
e passiti in particolare, nei quali la gioventù rappresenta un periodo
irruente e poco equilibrato. In questi vini, sarà infatti il
tempo e, per così dire, la saggezza dell'attesa a conferire un carattere
pienamente sviluppato e armonico. Si tratta di vini, va detto, di qualità
superiore e prodotti con lo specifico obiettivo di stupire nel tempo.
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