Il 26 dicembre 2017 ci ha lasciato Gualtiero Marchesi. Re, padre e maestro
indiscusso della cucina italiana moderna, il grande cuoco milanese è stato il
primo a dare all'Italia una nuova dignità e cultura gastronomica, sfidando e
rinnovando le tradizioni che facevano dell'Italia un paese di osterie e
trattorie. Pioniere e innovatore dotato di straordinario talento, è stato il
primo a portare nella cucina di un ristorante in Italia strumenti e tecniche
all'epoca sconosciute, come l'abbattitore, il sottovuoto e il forno trivalente.
Tutto questo accadde oltre trenta anni fa, quando la cucina in Italia era
pressoché fatta di osterie e trattorie, fortemente radicate nella convinzione
dell'immutabile tradizione sempre uguale a sé stessa e incapace di rinnovarsi.
In una città come Milano - all'epoca fatta prevalentemente di trattorie,
soprattutto di cucina toscana - Gualtiero Marchesi è stato il primo a
introdurre la cosiddetta cucina internazionale, iniziando quella
rivoluzione che oggi è la solida realtà della cucina italiana.
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Gualtiero Marchesi (per
gentile concessione Fondazione Gualtiero Marchesi) | |
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Lo straordinario cambiamento introdotto da Gualtiero Marchesi iniziò nel 1977 -
quaranta anni fa - quando il grande cuoco milanese apre il suo celeberrimo
ristorante a Milano in Via Bonvesin de la Riva. Nel giro di pochi anni diviene
il punto di riferimento della nuova cucina italiana oltre che scuola di
formazione per i giovani cuochi che sono passati nella cucina di Gualtiero
Marchesi. Non è un caso, infatti, se molti dei celebrati cuochi che
caratterizzano oggi la cucina italiana siano stati allievi di Gualtiero
Marchesi. Un segno inequivocabile della visione che ha caratterizzato la sua
rivoluzione, consapevole che la condivisione di quello che si è si conosce è la
chiave del successo per fare vivere, crescere e tramandare un'idea. Un compito
non semplice se consideriamo il periodo durante il quale tutto questo è nato -
la fine degli anni 1970 - quando la cucina italiana era soprattutto
l'espressione di infinite identità culinarie locali.
Gualtiero Marchesi nasce a Milano il 19 marzo 1930 da una famiglia di
ristoratori originaria di San Zenone Po, in provincia di Pavia, località dove
trascorrerà la sua infanzia. Il destino di Gualtiero Marchesi sembra già
segnato, poiché - come più volte lui stesso ha ricordato - appena nato, viene
messo in una capiente casseruola ricoperta di panni caldi. Il grande cuoco
milanese nasce infatti in una camera dell'albergo ristorante Mercato, in via
Bezzecca 24 nel quartiere di Porta Vittoria a Milano, di proprietà dei suoi
genitori. Sarà proprio nel ristorante di famiglia che il giovane Gualtiero
Marchesi muove i primi passi in cucina e dimostrando ben presto lo spirito
innovatore e intraprendente fra i fornelli. Alla fine degli anni 1940, inizia
il suo percorso di formazione professionale presso l'Istituto Alberghiero di
Lucerna, in Svizzera, dove apprenderà le prime tecniche tipiche delle grandi
cucine degli alberghi, considerate a quei tempi le cattedrali della
cucina, soprattutto in Francia.
Al suo ritorno, riprende a lavorare nel ristorante di famiglia dove propone
piatti particolari che stravolgono le abitudini e il modo di vedere la cucina
dei milanesi. In poco tempo il ristorante albergo Mercato diviene a Milano il
luogo di riferimento per personaggi famosi e buongustai. Questo, tuttavia, non
basta al giovane Gualtiero Marchesi, desideroso di fare ancora più e mettere in
atto il suo pensiero che più tardi chiamerà cucina totale. Si mette in
viaggio verso la Francia dove lavorerà nelle cucine di alcuni ristoranti
prestigiosi, in particolare nelle cucine dei celeberrimi fratelli Troisgros,
un'esperienza che segnerà profondamente la formazione professionale di
Gualtiero Marchesi. Tornato in Italia, nel 1977 apre a Milano in via Bonvesin
de la Riva al numero 5 il ristorante che porterà il suo nome, diventando in
pochi anni il migliore ristorante italiano e conquistando in un solo anno la
prima stella Michelin. Il locale di Gualtiero Marchesi conquisterà poi nel 1986
le tre stelle Michelin, primo ristorante italiano a ottenere questo
riconoscimento.
Il resto, poi, è storia. Una storia che è stata raccontata da molti e che di
certo si continuerà a raccontare poiché l'opera di Gualtiero Marchesi ha
evidentemente segnato e scritto la storia della cucina italiana. Il cambiamento
introdotto dal grande cuoco milanese non si è limitato alla cucina. Gualtiero
Marchesi infatti, grazie alla sua cultura e passione per le arti e, in
particolare, alla musica, eleva la presentazione dei piatti al livello di arte.
Comprende, prima di altri in Italia, che il lato estetico della cucina è parte
integrante dell'arte della cucina, unitamente alla tecnica, ineccepibile e
perfetta, oltre alla rigorosa scelta degli ingredienti e della loro qualità.
Celebri sono infatti molti dei suoi piatti e che sono diventati, per così dire,
patrimonio della cucina italiana ed esempio di arte culinaria, di cucina
totale, come è stata definita dallo stesso Gualtiero Marchesi. Una nuova
cucina - totale, appunto - dove l'atto di preparare un piatto diviene
imprescindibile dalla sua presentazione, nell'espressione artistica
fatta di ingredienti, tecniche ed estetica, capace di coinvolgere tutti i sensi.
Basta infatti citare alcuni dei suoi piatti più celebri come il raviolo aperto,
riso oro e zafferano, seppia al nero o piramide di riso venere, per comprendere
che la cucina di Gualtiero Marchesi è arte oltre la cucina. La stessa arte che
si percepisce anche in piatti di semplicità estetica estrema come carn'è
pesce, insalata di spaghetti con le alici scappate e quattro paste. Per non
dimenticare poi quei piatti che traggono ispirazione dal mondo della pittura,
come il celeberrimo dripping di pesce ispirato all'opera di Jackson
Pollock oppure rosso e il nero, ispirato all'opera di Alberto Burri. La
cucina italiana perde il suo più grande, eccelso e divino interprete oltre che
padre, maestro e indiscusso artista. Una mancanza che, non c'è dubbio, sarà
difficilmente colmata per molti anni a divenire, poiché - senza offesa per
nessuno - personalmente non mi pare di vedere cuochi all'altezza del genio e
del talento di Gualtiero Marchesi, capaci di introdurre un cambiamento così
radicale e rivoluzionario come ha fatto lui.
In Italia abbiamo moltissimi cuochi preparati, competenti, bravi e bravissimi,
ognuno di loro deve certamente molto a Gualtiero Marchesi per avere
indicato il cammino, molti lo hanno copiato in modo più o meno evidente
e discutibile, ma nessuno lo ha eguagliato. È stato il primo capace di
innalzare la dignità del mestiere di cuoco in un paese dove, prima di lui,
questa professione non era di certo considerata nobile. Oggi la carriera di
cuoco è ritenuta prestigiosa e inseguita da molti, spesso con l'illusione che
cucinare, in fin dei conti, sia cosa semplice, spettacolare e alla portata di
tutti. Di certo non era così nel 1977 quando Gualtiero Marchesi diede inizio
alla sua rivoluzione e che ha dato vita alla cucina italiana moderna. A quei
tempi in Italia, nella maggioranza dei casi, esistevano osti e gestori di
trattorie che nei piatti mettevano cibi cucinati in modo approssimativo e
tecnicamente discutibili. Poi è arrivato Gualtiero Marchesi e la cucina
italiana non fu mai più la stessa e non sarà mai più la stessa. L'eredità
culturale e culinaria di Gualtiero Marchesi sarà per sempre parte della
cucina italiana e internazionale. Ed è per questo che chiunque abbia interesse
o passione per la cucina deve a Gualtiero Marchesi molto più che un semplice
ringraziamento e riconoscenza. Perché quello che Gualtiero Marchesi ci ha
lasciato in eredità è un patrimonio immenso che vale più dell'oro. Esattamente
come quella foglia d'oro che mise sopra al suo riso e lo trasformò in
capolavoro eterno.
Antonello Biancalana
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