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  Editoriale Numero 98, Estate 2011   
Italia Contro Francia. Di Nuovo.Italia Contro Francia. Di Nuovo.  Sommario 
Numero 97, Giugno 2011 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 99, Settembre 2011

Italia Contro Francia. Di Nuovo.


 Gli italiani possono finalmente gioire per un grande risultato che cambierà le sorti del nostro Paese e renderà i produttori di vino più felici e gonfi di orgoglio. Perfino più belli e più alti. È ufficiale: l'Italia produce più vino della Francia! Una notizia clamorosa, di certo la notizia del secolo, che possiamo mettere al fianco di ogni vendemmia, anch'esse, ogni anno puntualmente del secolo. Torniamo seri. Produciamo una quantità di vino maggiore della Francia. E con questo? Cosa si vuole dimostrare? Qual è il merito che ne deriva? Qual è il contributo alla viticoltura e all'enologia del Paese, nel termine più significativo che è poi la qualità? Perdonate l'ironia iniziale, ma francamente - e per l'ennesima volta - non riesco proprio a comprendere l'importanza di una notizia simile. Produrre più vino di qualcun altro significa forse essere migliori o di produrre vino migliore? Ho molti dubbi in merito, soprattutto non comprendo questo presunto merito se si confronta il risultato con gli altri importanti numeri del mondo della produzione vinicola.


 

 La notizia è stata diffusa dall'OIV, Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e in Italia, la notizia è stata ripresa e diffusa da molti, dai giornali alla televisione. Molti hanno “dimenticato” di trattare la notizia nella sua forma completa, omettendo, per esempio, alcuni dati significativi e che meglio fanno comprendere il senso della notizia, concentrandosi semplicemente sul dato meno importante, cioè sulla quantità prodotta. A quanto si apprende, nel 2010 l'Italia ha prodotto 49,6 milioni di ettolitri di vino, mentre la Francia ne ha prodotti “solamente” 46,2. Una differenza, in favore dell'Italia, di ben 3,4 milioni di ettolitri. In virtù di questo risultato, nel 2010, l'Italia è il primo produttore di vino del mondo, siamo il paese che produce la maggiore quantità di vino del mondo. La quantità, ecco. Cosa dicono invece i dati che fanno davvero la differenza nel prestigio e nell'economia delle cantine?

 Se valutiamo l'importanza della notizia - di per sé, comunque poco importante senza un cospicuo riscontro di qualità - tenendo conto degli altri dati, il significato del risultato appare ben diverso. In accordo ai dati diffusi dall'OIV, nel 2010 gli italiani hanno consumato ben 24,5 milioni ettolitri di vino, mentre i francesi ci superano con ben 29,4 milioni di ettolitri. I francesi hanno quindi bevuto quasi cinque milioni di ettolitri di vino più di noi. Come mai, quindi, in Italia si produce più vino della Francia, pur consumandone meno? Qualcuno potrebbe suggerire che l'Italia esporta più vino, e quindi è giustificata la maggiore quantità prodotta. Vero: l'Italia ha esportato ben 20,1 milioni di ettolitri di vino, mentre la Francia si è fermata ad appena 13,5 milioni di ettolitri. Un dato positivo, si potrebbe certamente affermare: l'Italia ha esportato 6,6 milioni di ettolitri in più rispetto alla Francia, un risultato tutt'altro che insignificante.

 Da qualche anno, l'esportazione del vino italiano, soprattutto negli Stati Uniti d'America, è in continuo aumento, probabilmente a scapito del vino francese. In altre parole, negli Stati Uniti se si decide di stappare una bottiglia di vino straniero, la preferenza cade sovente sul vino italiano. La qualità del vino italiano - è innegabile - si è innalzata di molto negli ultimi anni, qualcosa che è stato certamente apprezzato anche al di fuori nel nostro Paese, soprattutto nel confronto con i vini francesi. Se valutiamo questo importante risultato con l'ultimo dato diffuso dall'OIV - quello relativo al valore delle quantità esportate - questo risultato va necessariamente considerato in modo molto diverso. Il valore di vino esportato dall'Italia è pari a 3,9 miliardi di euro, mentre la Francia, pur esportando quasi sette milioni di ettolitri in meno, ha incassato ben 6,3 miliardi di euro. Questo valore mette in evidenza due fattori non proprio irrilevanti.

 Il primo è che, all'estero, il vino italiano costa meno di quello francese, fattore che probabilmente invita, soprattutto in questi tempi non proprio floridi, a stappare un vino più economico. Il secondo, e forse ancor più significativo, è che il margine di profitto per le cantine italiane che si dedicano all'export è decisamente inferiore rispetto a quello dei cugini francesi. Si esporta e si produce più vino, ma si guadagna molto meno rispetto alla Francia. Questo porta comunque a una riflessione: forse i produttori italiani sono costretti a “svendere” il proprio vino, in virtù del fatto che se ne produce molto, così da evitare di accumularlo in cantina con il rischio, più che concreto, che finisca invenduto? Come dire, meglio venderlo a poco che non venderlo affatto o destinarlo alla distillazione, che poi è quasi come non venderlo. Sarà forse che i francesi, per l'ennesima volta, hanno capito che si può guadagnare molto dal vino, pur producendone meno?

 Se guardiamo il risultato del primato della produzione mondiale sotto questo aspetto, è evidente che tutto questo ha il sapore della vittoria di Pirro. I consumi di vino in Italia sono in calo, ma se ne produce di più. Il vino esportato dall'Italia è in aumento, ma il margine di profitto non è altissimo. Eppure i francesi consumano più vino di noi e ne producono meno, ne esportano meno e guadagnano di più. Fare “molto” è meglio? Sembrerebbe proprio di no. Perché i francesi riescono a guadagnare molto più pur esportando molto meno? La risposta potrebbe essere banale: la qualità del vino francese esportato è superiore a quella del vino italiano e pertanto ha un valore maggiore. L'Italia esporta vino di qualità, ma anche - e forse soprattutto - vino mediocre, pertanto se si vuole vendere si deve sacrificare il margine. La qualità ha un prezzo, ovvio. E nel calice servono i fatti, non le parole o i presunti meriti. L'Italia è il principale produttore di vino del mondo ma è anche quello che guadagna di meno. E continuo a non capire il motivo per il quale si possa esultare per una notizia come questa.

Antonello Biancalana






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