Nella generale tendenza della produzione vitivinicola, dove abbonda l'uso delle
cosiddette uve internazionali, non è facile trovare una cantina che invece
punta, con estrema certezza, nella ricchezza e nelle potenzialità delle uve del
luogo, peraltro, con ottimi risultati. La cantina Trappolini è certamente fra
queste; una produzione basata quasi completamente, se si esclude l'unico vino
in cui viene fatto uso di Chardonnay, sulle uve locali e sulla ricchezza del
patrimonio ampelografico delle loro terre. La cantina Trappolini si trova a
Castiglione in Teverina, una caratteristica località in provincia di Viterbo, a
pochi chilometri dal confine con l'Umbria e, enograficamente parlando, in piena
zona di produzione DOC di Orvieto.
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Il Sig. Roberto Trappolini nella sua
cantina | |
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Al nostro arrivo in cantina incontriamo il Sig. Roberto Trappolini,
amministratore delegato dell'azienda, il quale ci ha illustrato gli aspetti
produttivi e storici della cantina. «La cantina nasce all'inizio degli anni
sessanta e fu mio nonno ad avviare l'azienda al quale si affiancò anche mio
padre. All'inizio della nostra attività la qualità, così come la intendiamo
oggi, non era fra le strategie produttive dell'azienda, poi le cose sono
cambiate e con il tempo siamo passati da commercianti a produttori di qualità.
A distanza di quaranta anni abbiamo sviluppato una linea di produzione e
commerciale propria ed è nostra convinzione di continuare su questa strada
cercando di migliorare ogni aspetto qualitativo della produzione, dalla vigna
alla vendita. La cantina si trova nel comune più grande della regione Lazio che
produce una DOC Umbra, l'Orvieto, un vino che ha consentito inizialmente un
buon sviluppo dell'enologia locale, tuttavia, in seguito, le cose sono cambiate
in quanto le richieste principali di questo vino riguardavano l'Orvieto
classico e noi, trovandoci al di fuori di questa zona di produzione, siamo
stati costretti, in un certo senso, a tornare indietro e valorizzare le nostre
origini e il nostro territorio. La nostra terra è vocata alla coltivazione di
uve a bacca rossa e che sono tipiche di queste zone, come il Sangiovese e
l'Aleatico, senza per questo rinunciare alle uve a bacca bianca, con cui
produciamo anche il vino Orvieto, e fra queste, quella che sicuramente
rappresenta l'uva più importante è il Grechetto. Poniamo anche la nostra
attenzione sulle uve rosse che storicamente sono state sempre presenti in
queste zone, come il Sangiovese, e altre che stanno, purtroppo, scomparendo e
che oramai pochi propongono nei loro prodotti, come l'Aleatico e il Canaiolo.
Queste uve fanno parte del nostro ricco patrimonio enologico e ci sembrava poco
opportuno abbandonarle e non doverle valorizzare, e in particolare per
l'Aleatico, che ci consente comunque di ottenere un vino da dessert molto
particolare senza ricorrere all'uso di altre uve più famose e attuali. Proprio
con queste uve abbiamo prodotto l'ultimo vino dolce della nostra cantina: Idea.
La sua produzione è ottenuta con le stesse uve e utilizzando un processo
piuttosto complicato: la vendemmia è svolta in due fasi, la prima di queste ci
consente di portare in cantina delle uve integre e che ci consentono di
conservare le caratteristiche aromatiche tipiche di quest'uva, la seconda fase
prevede invece la vinificazione delle stesse uve appassite, per un periodo di 5
o 6 mesi, e che consentono di conferire corpo e struttura al vino, oltre alla
dolcezza. Al termine delle due fasi provvediamo ad assemblare i due vini con il
risultato di ottenere un prodotto molto aromatico e varietale oltre ad una buona
struttura e colore.»
Ci soffermiamo ora sulla produzione della cantina Trappolini e sulle
caratteristiche dei suoi vini. «Il Paterno, un vino prodotto con uve Sangiovese
in purezza, è certamente il vino rosso più importante della nostra cantina, al
quale abbiamo affiancato un vino bianco di punta, il Brecceto, prodotto con uve
Grechetto e Chardonnay, che subisce un medio affinamento in barrique a cui
segue un ulteriore affinamento in bottiglia. Il Brecceto, che prende il nome
dal luogo dove si trova la vigna da cui si raccolgono le uve con cui si produce
questo vino, era precedentemente prodotto in due tipologie distinte, una da uve
Grechetto in purezza e l'altro da uve Chardonnay, sempre in purezza. Dal 2001
abbiamo deciso di dare al Grechetto quello che invece aveva lo Chardonnay, e
viceversa, e abbiamo deciso di produrre un solo Brecceto che è in realtà il
vinaggio dei due prodotti. Il risultato è un vino più equilibrato, dove non
viene evidenziato in modo netto l'irruenza tipica del Grechetto, al quale è
stata data l'eleganza dello Chardonnay. Il vino subisce un affinamento di 12
mesi, divisi fra barrique e bottiglia. Il Paterno è certamente il nostro
prodotto più importante, e che richiede, e continuerà a richiedere, la nostra
massima attenzione in modo da assicurare sempre la stessa qualità. Questo vino
è prodotto con uve Sangiovese provenienti da un vitigno tradizionale al confine
fra Lazio e Umbria. Anche se il Sangiovese è stato sempre considerato come un
vitigno non tipico della regione Lazio, in queste zone è sempre riuscito a dare
grandi vini, tuttavia questo vitigno, come del resto qualunque altro, è capace
di esprimere caratteristiche proprie a seconda del territorio in cui viene
coltivato. Nelle nostre zone il Sangiovese si esprime, non per grande
concentrazione e struttura, come avviene in altre zone, ma piuttosto per
eleganza, una caratteristica che tende a migliorare con il tempo. La nostra
filosofia nell'uso del legno è piuttosto moderata in quanto siamo convinti che
un buon vino passato in barrique sia proprio quello dove la barrique non si
percepisce in modo evidente. La barrique, secondo noi, serve a migliorare il
vino, ma non a dare sapore al vino; la barrique è per noi uno dei tanti
strumenti di cui facciamo uso in cantina e nulla più. Del resto siamo convinti
che se un consumatore si avvicina al vino e apprezza un vino che non ha il
sapore del vino, significa, forse, che non è abituato a bere vino o che
comunque non voglia bere vino.
Altri vini prodotti dalla nostra cantina includono il Cenereto e il Sartei, il
primo è un vino rosso da uve Sangiovese e Montepulciano, il secondo un vino
bianco da uve Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca. Questi vini di collocano in
una fascia di mercato ben diversa. Non tutti i consumatori sono alla ricerca di
prodotti come il Paterno, il Brecceto o l'Idea, del resto la ristorazione
stessa non è fatta di soli ristoranti di classe e pertanto esiste la necessità
di avere dei prodotti sia di classe e più costosi, sia di prodotti più
economici ma comunque di pregio. Il Cenereto è prodotto con uve Sangiovese e
Montepulciano. Quest'ultima uva, seppure presente nella nostra zona, non
produce vini importanti come quelli prodotti con Sangiovese, quindi lo
utilizziamo in questo vino affiancato, appunto, dal Sangiovese, in parti
uguali. Questo vino non è destinato al lungo affinamento ed è da considerarsi
di pronta beva, possibilmente nell'annata corrente e comunque entro l'anno
successivo. Il Sartei è un vino ottenuto da uve Malvasia Bianca e Trebbiano
Toscano, due uve autoctone che ricoprono un'importanza fondamentale per
l'enologia di quasi tutte le regioni d'Italia. Come il Cenereto, anche il
Sartei è un vino piacevole e di pronta beva offerto a prezzi ragionevoli e per
un consumo frequente capace di soddisfare le esigenze della tavola di tutti i
giorni. Sia il Sartei, sia il Cenereto, sono due vini affinati in acciaio e per
i quali non viene utilizzata la botte. Infine, conclude la nostra linea di
produzione l'Orvieto, prodotto con uve Procanico, Verdello, Grechetto, Drupeggio
e Canaiolo Bianco, e un Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, prodotto con uve
Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca e Rossetto.»
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| Una veduta delle cantine di affinamento |
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Diamo ora uno sguardo alla produzione passata della cantina Trappolini, in
particolare al vino più adatto per l'affinamento in bottiglia: Paterno. Il Sig.
Trappolini, a tal riguardo ci ricorda «il prodotto che vanta la storia più
lunga della nostra azienda è certamente il Paterno, che fu prodotto per la
prima volta nel 1989 in un periodo che il solo parlare di vini rossi nelle
nostre zone, che storicamente sono sempre state dedite alla produzione dei vini
bianchi, significava andare contro corrente. Tuttavia la nostra azienda
possedeva delle vigne dove venivano prodotte uve a bacca rossa e che dovevamo
quindi utilizzare nel modo migliore possibile. Produrre un vino da vendere
sfuso, come era consuetudine di alcuni produttori di quei tempi, non
rappresentata né una scelta conveniente né una scelta qualitativamente
produttiva. La scelta fu quindi, anche in accordo ai suggerimenti del nostro
consulente enologo di quei tempi, di produrre un vino rosso importante.
Iniziammo quindi a fare degli esperimenti con le uve prodotte da questo vigneto
in modo da valutarne le potenzialità e si decise infine di produrre un vino
rosso: il Paterno. Il vino Paterno rappresentava in questa zona, un vino
piuttosto noto degli anni 1960 prodotto dal padre di questo nostro consulente
in un'azienda locale. Il Paterno era un vino di cui si era parlato molto ed era
diventato quasi un mito dell'enologia locale. Si decise quindi di ridare
lustro a questo vino e iniziammo a produrlo. Paterno era il nome della zona in
cui si trova questo vigneto ed è pertanto divenuto anche il nome del vino, non
da ultimo, grazie al significato di questa parola, riteniamo che sia il giusto
riconoscimento a nostro padre che per primo si operò per la trasformazione alla
produzione di qualità della nostra azienda e quindi dedicargli il nostro vino
più importante ci è sembrato doveroso. La prima vendemmia del 1989 non fu molto
incoraggiante, tuttavia decidemmo di continuare, grazie anche all'ausilio di
nuove tecnologie. Nella prima vendemmia si produssero 2798 bottiglie e
attualmente, a distanza di poco più di dieci anni, produciamo circa 30000
bottiglie di Paterno, tuttavia le previsioni per la vendemmia 2000 sarà di
circa 40000 bottiglie. Recentemente abbiamo aperto delle bottiglie di Paterno
di vendemmie passate e, con mia sorpresa, una delle annate che mi colpirono in
modo favorevole fu proprio quella del 1989, non tanto per lo sviluppo delle sue
qualità, ma piuttosto per il modo in cui aveva conservato le sue
caratteristiche nel tempo. Il Paterno viene affinato in barrique di Allier e
Nevers, cioè le essenze che, secondo noi, meglio si adattano a questo vino.
L'affinamento avviene parte in botti grandi e parte in barrique di secondo
passaggio, comunque mai nuove, proprio perché non vogliamo che gli aromi forti
del legno nuovo vadano a coprire quelle che sono in realtà le caratteristiche
del vino. Il primo passaggio delle botti lo riserviamo per i vini bianchi per
poi utilizzarle, dal secondo passaggio, all'affinamento del Sangiovese.»
Diamo uno sguardo ai mercati e ai paesi dove i vini della cantina Trappolini
sono commercializzati. A tal proposito il Sig. Trappolini ci dice «il nostro
mercato principale è la Germania, e siamo inoltre presenti in Svizzera,
Danimarca, Svezia, Brasile, Giappone oltre che in Italia. La nostra produzione,
certamente non elevata, non ci consente di essere presenti in ogni mercato e in
ogni paese, pertanto preferiamo essere presenti in quei mercati più appropriati
per i nostri vini.» La cantina Trappolini produce inoltre una raffinata grappa
di cui il Sig. Trappolini ne illustra le caratteristiche «la nostra azienda
produce la materia prima, cioè le vinacce d'uva, che consentono ad aziende di
distillazione di produrre grappa. Era da molto tempo che comunque la nostra
azienda sentiva la necessità di creare un distillato in modo da coprire le
tutte le necessità enogastronomiche, dai vini abbinabili con le varie pietanze,
fino ai distillati da offrire a fine pasto. La scelta delle vinacce da
distillare per la produzione della nostra grappa ha richiesto un'attenta
considerazione; a rigore di logica sarebbe stato più opportuno distillare le
vinacce del nostro prodotto più importante, il Paterno, tuttavia eravamo
consapevoli di disporre di vinacce molto particolari, vale a dire quelle di
Aleatico con cui produciamo Idea. Abbiamo deciso quindi di utilizzare queste
vinacce, in modo da creare una grappa aromatica e capace di essere apprezzare
da chiunque. Abbiamo quindi individuato un distillatore che ci garantisse
un'integrità e qualità del prodotto, e ci siamo affidati alle distillerie Berta
di Nizza Monferrato, che producono appunto la nostra grappa.» Il distillato
prodotta con le vinacce di Aleatico prende lo stesso nome del vino prodotto da
queste uve: Grappa di Idea. Abbiamo degustato questa grappa e si presenta alla
vista cristallina e limpidissima, un suadente aroma di fragola, noce, nocciola,
miele, rosa appassita e una lieve nota di banana, molto elegante e raffinata.
In bocca presenta una eccellente morbidezza dove il gusto di fragola e rosa
appassita si fondono armoniosamente lasciando dei piacevoli e lunghi ricordi.
La morbidezza, quasi vellutata, di questa grappa bilancia in modo magistrale
l'alcolicità del distillato, conferendo un'eleganza, una raffinatezza e una
piacevolezza di sicuro pregio.
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