Lasciata Cagliari, ci si addentra nel morbido entroterra mediterraneo e dopo
circa venti chilometri si incontra il territorio di Serdiana, il cui antico
nome pare essere Xerdiani, una località ricca di cedri, la cui essenza
profumava i riti religiosi dei monaci greci. Le felici condizioni climatiche,
la fertilità della terra e l'abbondanza della acque resero questa contrada
molto favorevole all'insediamento umano fin dai tempi della preistoria. A tre
chilometri dall'abitato, circondata da vigneti e olivi secolari, sorge l'antica
chiesa di Santa Maria di Sibiola, eretta nella prima metà del XII secolo dai
Vittorini di Marsiglia, la dove prosperava un centro agricolo guidato
dall'attiva presenza dei Monaci Benedettini e che ancora, l'8 settembre di ogni
anno, si anima per l'occasione di una suggestiva festa campestre. Proprio in
questi luoghi, a Serdiana, sessanta anni fa Antonio Argiolas creò le aziende
che oggi i figli Franco e Giuseppe seguono con la medesima passione paterna e
una visione moderna della viticoltura e dell'enologia. Antonio Argiolas diede
vita alla sua passione ricollegandosi, nella coltivazione della vite e
dell'olivo, alle antiche tradizioni della civiltà mediterranea, cantate da
Plinio il Vecchio, Columella e Orazio.
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| Franco Argiolas |
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Oggi le cantine Argiolas, gestite e condotte con estrema professionalità si
prefiggono come obiettivo principale la qualità. Nella cantina di Serdiana,
dotata di moderne attrezzature per la vinificazione, conservazione e
maturazione in barrique per i suoi rossi più pregiati, vengono inviate le uve
prodotte nei vigneti situate nelle vicinanze e nei territori di Selegas,
Siurgus Donigala e Guamaggiore. A Senorbì, centro della Trexenta,
una regione anticamente molto popolosa tanto da contare trecento villaggi, si
raggiunge la tenuta Is Arais, in agro di Siurgus. Nel settore
meridionale di questa zona sorgono invece le tenute Turriga, Is
Argiolas e Unghera.
Proprio in queste terre più di sessanta anni fa Antonio Argiolas, oggi
novantaseienne, inizia a percorrere quella strada, continuata dai figli Franco
e Giuseppe, e che porterà la sua cantina ad occupare oggi il secondo posto nel
panorama enologico e vitivinicolo della Sardegna. Il vero slancio dell'azienda
si ha all'inizio degli anni '80 dello scorso secolo, in un periodo in cui la
Comunità Europea invitava all'espianto e alla riconversione dei vigneti,
Antonio Argiolas coinvolge i suoi figli nell'azienda e, mentre le altre aziende
vitivinicole si dedicano ad altre colture, gli Argiolas, con determinazione,
decidono di continuare l'opera del padre e di puntare decisamente verso la
qualità. Uno sforzo che oggi li ripaga ampiamente e i loro vini sono la chiara
testimonianza che avevano ragione. Decidono quindi di operare ingenti
investimenti economici concentrandosi sulla riqualificazione dell'azienda,
adottano nuovi processi di produzione, pur sempre nel rispetto delle tradizioni
e delle potenzialità del territorio, ristrutturano la cantina, adottano le più
moderne tecnologie e chiamano a collaborare con la loro azienda uno dei più
grandi enologi Italiani, e certamente anche del mondo, Giacomo Tachis. Il
cammino è stato avviato e ci sono tutte le premesse per una produzione di
qualità.
In quei anni gli Argiolas investono anche sulla coltivazione sperimentale di
uve internazionali e nazionali, e poco più tardi, decidono di dedicarsi
esclusivamente alle varietà di uve autoctone della Sardegna con lo scopo di
valorizzare pienamente le loro eccelse qualità. Riescono anche a recuperare il
Bovale Sardo, o Bovaleddu, un'uva a bacca rossa che era probabilmente destinata
a scomparire e che oggi è utilizzata con successo nei due vini rossi di punta
dell'azienda: il Turriga e il Korem. Oggi l'azienda sta nuovamente puntando su
un altro vitigno locale e che ha già dimostrato buone potenzialità in questo
territorio: il Carignano, un'uva a bacca rossa che si affianca alla politica
aziendale della rivalutazione delle uve autoctone.
La qualità per Argiolas ha inizio in vigna e, successivamente, con la
vendemmia, condotta con le più scrupolose attenzioni, le uve vengono raccolte e
subito inviate in cantina, dotata delle più moderne tecnologie enologiche. Qui,
grazie all'opera dell'enologo Mariano Murru e alla consulenza di Giacomo
Tachis, nascono i grandi vini di Argiolas. La ricca tradizione Sarda si
rispecchia anche nei nomi dei vini scelti dagli Argiolas: Turriga, Korem,
Cerdeña, Angialis, S'elegas, sono solo alcuni esempi di nomi che identificano
le zone di produzione, o che sono comunque legati ad aspetti tradizionali,
culturali e storici della zona.
Parlare di Argiolas significa parlare in primis del loro più celebre
vino, il Turriga, certamente non l'unico prodotto che degnamente rappresenta la
cantina. Questo vino è prodotto con le uve raccolte nel vigneto Turriga, da cui
il nome del vino, nella zona di Selgias. In questo vino si ritrova l'essenza
delle uve Sarde in quanto non sono presenti varietà internazionali, a
testimonianza che anche le uve autoctone, vero patrimonio di ogni territorio,
sono capaci di creare dei e veri e propri fuoriclasse. Cannonau, Carignano,
Bovale Sardo e Malvasia nera, con una produzione di circa 1 Kg per ceppo, danno
vita a questo importante e interessante vino rosso. Il mosto viene fatto
macerare sulle bucce per 16-18 giorni e l'affinamento viene svolto in barrique
nuove di rovere francese (Tronçais e Allier) per circa 18 mesi.
Un altro vino di casa Argiolas di sicuro interesse e di sicura personalità, è
l'ultimo vino prodotto in cantina, il Cerdeña, un bianco prodotto con uva
Vermentino alla quale si aggiungono piccole quantità di altre uve locali. Il
vino, che porta il nome dell'isola nella lingua Catalana, si ottiene da
pressatura soffice delle uve e il mosto fiore svolge la fermentazione primaria
e secondaria in botti di rovere Francese a cui segue un affinamento, sempre in
barrique, per 6-8 mesi oltre ad un affinamento in bottiglia per altri 6-8 mesi.
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Giuseppe Argiolas | |
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Turriga e Cerdeña non sono gli unici vini di rilievo di Argiolas. Un altro
rosso di rilievo è il Korem, un vino che sta riscuotendo sempre più chiari
successi e che fu servito nell'estate dello scorso anno per il brindisi in
occasione del quarantennale della Costa Smeralda. Korem è prodotto in
prevalenza con Bovale Sardo e Carignano e una piccola quantità di Cannonau. Il
mosto viene fatto macerare nelle bucce per circa 10-12 giorni e fermentato in
vasi vinari di cemento a cui segue un affinamento di 10-12 mesi in barrique.
Completa la maturazione in bottiglia per circa 6 mesi e quindi è pronto per
essere immesso nel mercato. Un altro vino, che esalta le qualità di un'uva
locale, il Nasco, è Angialis. Si tratta di una eccellente vendemmia
tardiva prodotta con Nasco, un'uva a bacca bianca, e piccole aggiunte di
Malvasia di Cagliari, entrambe portate a surmaturazione. La fermentazione di
questo vino, a causa dell'alta densità del mosto, è lenta e difficoltosa. Il
vino viene fatto successivamente decantato e affinato in barrique per alcuni
mesi.
La produzione della cantina Argiolas si completa, per i bianchi, con S'elegas,
prodotto con uva Nuragus, Costamolino prodotto con Vermentino, Argiolas Bianco
prodotto con Vermentino e altre piccole aggiunte di uve locali a bacca bianca,
mentre per i rossi troviamo Costera prodotto con Cannonau e Perdera prodotto
con uva Monica. Anche i vini rosati sono rappresentati in Argiolas con il vino
SerraLori prodotto con Cannonau, Monica, Carignano e Bovale Sardo. Infine, con
le vinacce del Turriga, si produce una grappa che porta lo stesso nome.
I vini di Argiolas sono oramai affermati in ogni angolo del mondo e sono
presenti in ogni continente. L'Europa è stato il primo mercato estero, in
particolare la Svizzera, e oggi i vini Argiolas sono anche presenti in
Germania, Olanda, Russia e Norvegia, in America li troviamo in Canada, negli
Stati Uniti d'America e in Brasile, in Asia sono presenti in Israele, Giappone,
Cina e Thailandia, in Oceania si trovano in Australia e in Nuova Zelanda. Il
40% circa della produzione totale è comunque destinato al mercato Italiano.
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