Brutte notizie per gli appassionati di vini rosati, ma anche per tutti quelli
che apprezzano comunque il buon vino. I vini rosati, com'è fin troppo noto, non
godono dei favori della maggioranza, per molti questo stile di vino non sarebbe
nemmeno degno del titolo di vino, colpevole di non essere né bianco né
rosso. Eppure la scelta di buoni vini rosati è oggi molto vasta, esempi di alta
qualità che colorano di rosa il calice e allietano il naso con piacevoli aromi,
al pari degli altri due colleghi bianchi e rossi. Ad onore del vero, ci sono
anche tanti vini rosati non proprio buoni, ma questo, del resto, si può dire
anche per i vini bianchi e per i vini rossi. Se alla precaria reputazione che i
vini rosati hanno si aggiunge poi la legalizzazione di pratiche enologiche di
discutibile qualità, le cose non possono che peggiorare. Se oggi l'apprezzamento
dei vini rosati è piuttosto modesto, le nuove norme in discussione alla
Commissione Europea potrebbero definitivamente decretare la fine dei vini
rosati.
Con le nuove norme che si stanno discutendo, la Commissione Europea conferma la
sua avversione nei confronti della qualità, promulgando norme e leggi
piuttosto discutibili per la tutela e la promozione del buon vino. Dopo avere
promosso l'utilizzo dei trucioli nel vino, la dealcolizzazione, lo zuccheraggio
e la produzione di vini alla frutta, ora la Commissione Europea si concentra
sulla demolizione dei vini rosati. Con molta probabilità, da agosto sarà infatti
possibile - e legale - produrre vini rosati miscelando vini bianchi e vini
rossi, una pratica che apre la strada a ovvie frodi tutte a discapito della
qualità. Questa pratica, che in Europa è attualmente vietata per tutti i vini da
tavola, era unicamente consentita nella produzione di certi spumanti rosati,
come lo Champagne e il Franciacorta. Nei vini rosati da tavola, attualmente la
produzione è svolta in due modi specifici, e comunque unicamente utilizzando uve
a bacca rossa.
Il primo, che è anche il più frequente, prevede una breve macerazione del mosto
con le bucce dell'uva, mentre il secondo metodo prende il nome di
salasso, che consiste nel prelievo di una parte del mosto di un vino
rosso - che fermenta sempre con le bucce dell'uva - dopo alcune ore dalla
pigiatura. La pratica del salasso è sovente utilizzata per aumentare la
struttura di certi vini rossi, fermentando poi a parte la frazione di mosto
prelevato, che è poco colorato, ottenendo quindi un vino rosato. La possibilità
di produrre vini rosati miscelando vini rossi e bianchi, rappresenta una seria
minaccia alla qualità del vino e l'ennesimo provvedimento tutto a discapito
della dignità e della tutela dei consumatori. La decisione, secondo alcuni,
sarebbe utile a sostenere l'economia del vino, consentendo di produrre vini
rosati a prezzi competitivi così da sostenere la competizione con i produttori
degli altri paesi, soprattutto nei paesi dove i vini rosati sono piuttosto
apprezzati, come la Cina.
Solamente Francia e Italia si sono opposte a questa decisione, tuttavia -
nonostante le proteste di questi due importanti paesi vinicoli - con molta
probabilità dal 1 agosto sarà possibile produrre in Europa vini rosati da tavola
ottenuti dalla miscelazione di bianchi e rossi. A sostegno della tutela della
qualità dei vini rosati, la Francia ha proposto l'indicazione in etichetta della
dicitura vino rosato tradizionale riservata unicamente ai vini prodotti con
uve rosse e con i metodi tradizionali. Questa condizione, che a prima
vista dovrebbe concludere le tante polemiche che si sono sollevate su questo
caso, ha l'imperdonabile difetto di essere facoltativa, così come sarà
facoltaviva l'indicazione in etichetta che si tratta di un vino rosato
miscelato. In altre parole, il consumatore non avrà mai la certezza sulla reale
qualità del vino rosato che acquisterà: il dubbio che si tratti un ignobile
rosato fasullo sarà sempre piuttosto fondato.
Poiché queste indicazioni saranno facoltative, nei paesi europei dove la cultura
dei vini rosati di qualità è legata anche al territorio - come Francia e Italia
- si avrà un forte interesse a distinguere le due produzioni, mentre negli altri
paesi, proprio per garantirsi migliori possibilità di concorrenza ottenute dalla
confusione e dalla scarsa informazione, non si provvederà a indicare nulla. Ma
siamo proprio sicuri che questo provvedimento sarà utile a sostenere l'economia
dei vini rosati? Un vino rosato ottenuto dalla miscela di vini bianchi e rossi
di discutibile qualità, può mai produrre un vino di qualità? Perché parliamo di
discutibile qualità? Ma secondo voi i produttori e i paesi interessati ai
benefici di questa legge, utilizzeranno vini bianchi e rossi di qualità per
produrre i loro rosati in questo modo? Visto che i vini bianchi e rossi godono
di migliore fama e dignità, avendo a disposizione vini di qualità, chi sarebbe
disposto a miscelarli per produrre un vino rosato di qualità? Probabilmente
nessuno: chi decide di produrre un vino rosato di qualità lo fa utilizzando
metodi e criteri di qualità.
Il nuovo provvedimento della Commissione Europea, così com'è, sembra piuttosto
un tentativo a supporto dei produttori di vini di scarsa qualità, che in questo
modo possono venderli sfruttando l'onda del nuovo interesse - seppure modesto -
che i consumatori stanno mostrando verso i vini rosati. Se è vero che i rosati
stanno suscitando un certo interesse negli appassionati, questo è stato il
risultato di un duro lavoro svolto sulla qualità, facendo ricredere con i fatti
quelli che consideravano i vini rosati come non vini. Questo lavoro, che
avrebbe ancora bisogno di molti altre iniziative, sarà certamente vanificato da
provvedimenti come questo, poiché consentirà la produzione di vini di dubbia
qualità. I produttori che credono nella qualità, certamente non ricorreranno a
questo basso e discutibile espediente. A vedere i recenti provvedimenti che la
Commissione Europea ha promulgato in ambito enologico, sembra proprio che il
vino non goda dei favori dei politici del Vecchio Continente. Anzi, sembra
proprio che stiano facendo di tutto per mettere in risalto i peggiori esempi di
qualità enologica del nostro continente. Viste le recenti disposizioni
Comunitarie in materia enologica, verrebbe da dire che ci stanno riuscendo
perfettamente. Congratulazioni!
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