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  Eventi Numero 183, Aprile 2019   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Grande Successo per la Prima Edizione di “mareMMMa, la Natura del Vino”


 
Buona la prima! Si è rivelata vincente la collaborazione tra i tre Consorzi delle denominazioni Maremma Toscana, Montecucco e Morellino di Scansano nell'organizzazione della prima edizione dell'evento – pensato per gli addetti ai lavori ma anche per gli appassionati – “mareMMMa, la Natura del Vino”. Oltre 500 persone, di cui circa la metà operatori locali, hanno raggiunto la splendida location del Granaio Lorenese a Spergolaia – Alberese, Grosseto – per assaggiare 400 vini delle 85 Aziende presenti.
È stata davvero la prima conferma “tangibile” dell'opportunità di dare un'ulteriore accelerata alla promozione dei vini del territorio – la Maremma ampia, variegata e incontaminata – facendo sistema tra Consorzi che hanno lo stesso obiettivo: sostenere e far conoscere le etichette che nascono in questa “Toscana alternativa del vino”.
«Siamo molto soddisfatti – afferma Francesco Mazzei, Presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana – del riscontro che abbiamo avuto da operatori e pubblico locale che hanno preso parte all'evento. È la conferma che si sta andando nella giusta direzione con un'importante sinergia tra Consorzi attivi sullo stesso territorio, che possono supportarsi a vicenda – pur mantenendo i propri focus – per far crescere la visibilità della Maremma enologica che ha davvero grosse potenzialità».

Ettore Nicoletto è il Nuovo Presidente del Consorzio Lugana

Ettore Nicoletto è il nuovo Presidente del Consorzio Tutela Lugana DOC. Inizia un nuovo capitolo per l'istituto che dal 1990 difende, valorizza e promuove questo piccolo territorio-gioiello, situato a sud del Lago di Garda, e i suoi vini, facendo leva sulla loro preziosa unicità.
Amministratore Delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo dal 2008, Amministratore Delegato di Cà Maiol S.r.l., Vicepresidente di Italia del Vino–Consorzio e del Gruppo Vini di Federvini, Ettore Nicoletto si dice onorato dalla recente nomina ed entusiasta nell'intraprendere un percorso all'insegna della continuità con l'ottimo lavoro svolto dal suo predecessore, nell'ottica di un continuo miglioramento in termini di creazione di valore, innovazione e ampliamento del mercato. «Sono molto lieto della fiducia accordatami dai Consiglieri», dichiara il neo-eletto Presidente e continua, «I nostri obiettivi sono molto chiari e in linea con la strategia del precedente mandato, iniziando da un ulteriore sviluppo del valore economico della Denominazione, favorendo un'equilibrata ripartizione dello stesso attraverso tutti i comparti della filiera vitivinicola, e impegnandoci a consolidare il trend positivo registrato negli ultimi anni, con un rafforzamento dell'attività di comunicazione e promozione al livello internazionale».
Una linea d'azione tesa quindi al consolidamento e al rafforzamento della conoscenza e consapevolezza della DOC a livello mondiale, che già gode di una forte presenza nei mercati internazionali con un export che raggiunge il 70%, e che si traduce in una strategia di allargamento degli orizzonti distributivi del Lugana oltre la “home area”, in Italia e nei Mercati Terzi (USA ed Estremo Oriente in particolare), dove la Denominazione registra una presenza al momento marginale, ma dove si intravede un grandissimo potenziale di crescita.
«Il Lugana, per le qualità organolettiche che lo caratterizzano, si presenta come la scelta perfetta del consumatore di oggi, giovane e attento, che cerca un prodotto fresco, fragrante, approcciabile, moderno. Il suo stile piacevole e contemporaneo lo rende, potenzialmente, uno dei vini del futuro. Un potenziale che dovrà essere pienamente sfruttato nel raggiungimento degli obiettivi del nuovo Consiglio, che dovrà lavorare compatto, al fianco di una filiera unita e consapevole, per trasformare il Lugana da DOC emergente a territorio protagonista dello sviluppo del vino italiano di qualità nei nuovi mercati», conclude Ettore Nicoletto.
Un Lugana DOC in costante crescita e dalle grandi potenzialità dunque, sono queste le certezze da cui parte la nuova gestione guidata da Nicoletto, che sarà affiancato dal nuovo Cda formato da Igino Dal Cero, Francesco Montresor, Nunzio Ghiraldi e Luca Formentini (Imbottigliatori), Emanuele Urbani, Sonia Brunello, Francesco Franzoni, Marida Benedetti (Viticoltori) e da Francesco Mascini, Alberto Zenato, Roberto Girelli e Piergiuseppe Crestani (Vinificatori).

Assisi al Centro di “Made Green in Umbria”

Torna il secondo appuntamento con il progetto “Made Green in Umbria”, presentato oggi dall'Azienda Agricola Susanna Bianconi e nato dalla collaborazione con l'Azienda Famiglia Cotarella, a seguito della partecipazione e della vincita del PSR Umbria 2014-2020 (Misura 16.2.2).
Durante il Convegno, che ha illustrato la seconda parte della ricerca, sono intervenuti Susanna Bianconi – Amministratrice dell'omonima Azienda Agricola capofila del progetto, Fiamma Valentino – Ministero dell'Ambiente e tutela del Territorio e del Mare – AT Sogesid, Ettore Capri – Direttore Opera e Docente Università Cattolica del Sacro Cuore, Federica Lunghi – Green Innovation S.r.l., Riccardo Cotarella dell'Azienda Famiglia Cotarella – partner del progetto, Massimiliano Brilli 3A – PTA e Giuliano Polenzani, Responsabile Servizio Politiche per l'Innovazione e Fitosanitarie della Regione Umbria.
Nella splendida cornice della Valle di Assisi, i relatori Susanna Bianconi e Riccardo Cotarella insieme all'ingegnere Federica Lunghi hanno presentato i frutti del secondo step del lavoro di ricerca e sperimentazione svolto dalle aziende partner, evidenziando gli obiettivi raggiunti. Si è anche proceduto al confronto dei risultati della PEF (Product Environmental Footprint) del vino con gli indicatori “aria, acqua, vigneto e territorio”. Questi 4 indicatori e l'intero progetto nazionale V.I.V.A. 2.0 sono stati presentati direttamente dalla dott.ssa Valentino del Ministero dell'Ambiente e dal Prof. Capri, Direttore di Opera, che ha approfondito gli aspetti scientifici della viticoltura sostenibile.
Dai risultati mostrati emerge che entrambi i vini oggetto di studio (“Recanto” dell'Azienda Susanna Bianconi e “Vitiano San Pietro” dell'azienda Famiglia Cotarella) rispettano tutti i parametri di sostenibilità. Inoltre, le aziende hanno scelto di puntare al miglioramento continuo delle prestazioni che potranno raggiungere grazie ai piani di miglioramento predisposti e certificati da un ente terzo indipendente.
Il presupposto su cui si fonda “Made Green in Umbria” è quello di ottimizzare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola, partendo dallo studio di diversi indicatori per la valutazione di tecnologie volte alla riduzione delle emissioni inquinanti, fino ad arrivare alla stesura di linee guida, attraverso la condivisione di buone pratiche, che consentano di implementare l'economia circolare. In questa ottica, si è lavorato alla messa a punto di una metodologia di calcolo e valutazione della sostenibilità delle aziende vitivinicole e dei loro prodotti (dal campo al consumo) in grado di misurare la qualità ambientale e sociale della filiera vite-vino.
Sarà il Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino, a ospitare l'evento conclusivo del progetto, domenica 7 aprile 2019. In questa occasione gli stakeholders potranno conoscere i risultati finali e le performance ambientali dei prodotti.
Tra gli obiettivi del progetto ci sono, infatti, quelli di informare in modo nuovo (anche attraverso l'ausilio di un'etichetta “parlante”), nonché di sensibilizzare sul tema della protezione dell'ambiente al fine di contribuire con semplici scelte quotidiane, alla lotta contro i cambiamenti climatici per il raggiungimento degli obiettivi sanciti dall'accordo di Parigi della COP 21 e dall'Agenda 2030.
Ulteriore output del progetto è stato la creazione di un'etichetta innovativa che attesta la sostenibilità dei vini ottenuti dalle aziende agricole partner. Non solo. Il progetto ha previsto anche la prima sperimentazione, attraverso focus group, di etichette contenenti separatamente le label VIVA e PEF già certificate ed i marchi “Made Green in Italy” nato di recente e “Green Heart Quality” della Regione Umbria.
La sperimentazione si concluderà al Vinitaly, mentre la chiusura del progetto è prevista per la fine di aprile. Il lavoro sarà completato con la realizzazione di una comunicazione innovativa e consapevole che comprende la realtà aumentata. Il consumatore dovrà solo avvicinare lo smartphone alla bottiglia di vino a scaffale, per fruire di contenuti che gli consentiranno di conoscere e apprezzare le caratteristiche ambientali e qualitative del prodotto che sta acquistando.

Utilizzare le Acque Reflue nella Produzione Vitivinicola

Occorrono circa cinque litri d'acqua per produrre una sola bottiglia di vino californiano, senza considerare l'acqua utilizzata per coltivare l'uva. Per questo motivo, tra la fine del 2011 e il 2014, quando la California ha subito la peggiore siccità in oltre mille anni, l'attenzione dei governi locali si è rivolta ai viticoltori nel tentativo di affrontare quella che si prospettava, a detta di molti, come un'imminente catastrofe.
In una delle numerose aziende vinicole alla periferia della città di Paso Robles, tutta l'acqua utilizzata per la pigiatura, la fermentazione e l'imbottigliamento passa ora per un bioreattore a membrana (MBR) e il residuo viene utilizzato per irrigare l'erba e gli alberi in prossimità dell'impianto.
L'azienda si era già distinta e aveva contribuito alla notorietà di questa regione, facendole guadagnare un posto nella mappa vinicola mondiale all'inizio del nuovo millennio, quando il suo vino più pregiato è stato valutato tra i sei migliori al mondo. In questo caso, però, l'impulso innovativo è venuto dall'amministrazione locale della città di Paso Robles, che ha proibito ai viticoltori locali di scaricare le acque reflue nella rete municipale, non progettata per trattare acque con un carico biologico di buccia e succo d'uva così pesante.
Quasi tutte le oltre 200 aziende vinicole di Paso Robles dispongono ora di sistemi MBR. Secondo Nick Gurieff, Global Sales Business Development Manager di Alfa Laval, ciò ha reso la zona più resiliente alle siccità future. «Oltre a fornire acqua per l'irrigazione, questi sistemi, indirettamente, consentono anche il ripristino dei livelli delle falde acquifere», spiega. «E l'acqua diventa nuovamente disponibile».
La siccità è forse la conseguenza più minacciosa del cambiamento climatico. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l'anno scorso, circa 500 milioni di persone già vivono in aree dove il consumo idrico supera di due volte le risorse idriche rinnovabili locali. Una recente relazione della Banca mondiale prevede che quasi 150 milioni di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le proprie abitazioni nei prossimi 30 anni a causa del cambiamento climatico, principalmente a causa della siccità.
Ma anche in paesi agiati come gli Stati Uniti, l'Australia, la Spagna e l'Italia, la penuria d'acqua è un problema crescente e determina una maggiore domanda di sistemi di trattamento MBR, che hanno il vantaggio di occupare poco spazio rispetto ad altre soluzioni.
«Il cambiamento climatico e il mutato andamento delle precipitazioni incidono pesantemente sulle risorse idriche. Di conseguenza, i sistemi che consentono di riutilizzare l'acqua saranno molto più richiesti in futuro», prevede Gurieff. «Una volta compresa l'importanza dell'acqua, crescerà l'interesse per gli investimenti in sistemi MBR. I bioreattori a membrana non saranno solo un utile accessorio, ma diventeranno indispensabili. L'acqua sarà troppo preziosa per essere utilizzata una volta sola».
«In futuro potremmo avere un sistema a ciclo chiuso», afferma Gurieff. «Negli ultimi anni, Alfa Laval ha incrementato l'efficienza energetica dei suoi moduli di circa il 50%, con un cambio di rotta rispetto agli elevati consumi di energia che storicamente sono stati il principale svantaggio dei bioreattori a membrana».

 


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