La fama enologica del Molise era già nota ai tempi degli antichi Romani e già
Plinio il Vecchio, nella sua monumentale Naturalis Historia, parlava dei
fertili pendii rivolti verso il mare Adriatico, nei pressi dell'antica località
di Cliternia, con un clima dolce e temperato particolarmente adatto alla
coltivazione della vite. Proprio in questa zona si trovano le cantine di Borgo
di Colloredo. Negli anni '60 dello scorso secolo, Silvio di Giulio, fondatore
della cantina, acquistò una tenuta vicino a Nuova Cliternia, quarantacinque
ettari di terreno fertile e particolarmente esposta ai raggi del sole in una
leggera collina rivolta verso sud-est, verso il mare Adriatico, un luogo che
prometteva ottimi risultati per la coltivazione della vite e per la produzione
di vino.
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| Panorama da un vigneto di Borgo di
Colloredo |
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Silvio di Giulio, originario di Tollo, in Abruzzo, forte della lunga esperienza
della sua famiglia e della storica tradizione vinicola del suo luogo d'origine,
aveva da sempre l'idea di avviare un progetto di viticoltura specializzata e,
dopo l'acquisto della tenuta di Nuova Cliternia, le sue aspirazioni potevano
finalmente realizzarsi. Il primo progetto di cantina aziendale risale al 1968 e
la realizzazione fu completata prima della fine degli anni 1970. La passione
per la vite e per il vino fu trasmessa ai figli Enrico, enologo, e Pasquale,
specializzato in coltivazioni agricole, continuando la conduzione dell'azienda
con entusiasmo.
Nasce proprio dai fratelli Di Giulio l'idea di ampliare il quadro ampelografico
dei vitigni autoctoni coltivati in azienda e, all'inizio degli anni 1990,
avviano la ristrutturazione completa della cantina e dell'azienda. Questo
rinnovamento ha portato all'introduzione di nuovi vitigni, fra cui la
Garganega, la Malvasia Bianca e la Falanghina per le uve a bacca bianca, oltre
a Aglianico, Merlot e Cabernet Sauvignon per quanto riguarda le uve a bacca
rossa. La cantina è inoltre impegnata in colture e produzioni sperimentali da
uve Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Nel processo di ristrutturazione aziendale
sono stati rinnovati gli impianti originali e introdotti nuovi macchinari in
accordo alle più moderne tecnologie enologiche. Tuttavia i fratelli di Giulio
hanno avuto cura nel non disperdere quel prezioso patrimonio culturale e
tradizionale di quei luoghi che la storia ha tramandato fino ai giorni nostri.
Favoriti anche dal passato illustre dei luoghi, i fratelli Di Giulio hanno
chiamato di Colloredo le proprie cantine, in onore di un antico casale,
distrutto nel XVI secolo, sui quali ruderi sorse l'attuale chiesa a pianta
ottagonale di Madonna Grande e che si trova proprio nelle loro tenute. Per
scelta aziendale, la cantina è volutamente considerata un progetto aperto
nei confronti dei clienti e del pubblico, sia esperti del settore, sia semplici
turisti o interessati, le porte della cantina sono sempre aperte per loro.
In un'ottica di rinnovamento più ampio e continuativo, l'azienda si sta
operando per la gestione dei vigneti esistenti e al reimpianto di quelli nuovi
con lo scopo di avviare un progetto di zonazione vitivinicola da completare,
secondi piani aziendali, in quattro anni. Questo progetto si basa sulla
valutazione dei caratteri funzionali del suolo con particolare attenzione al
microclima e alle diverse qualità di viti coltivate. La finalità del progetto
sono l'individuazione delle potenzialità del suolo in relazione alle singole
varietà di uva in modo da ottenere vini la cui qualità sia frutto del rapporto
armonico fra territorio e vite. Si tratta di un concreto passo in avanti verso
un cammino di qualità integrale del prodotto, capace di tenere in
considerazione e valorizzare propriamente le caratteristiche del territorio. A
tale scopo vengono analizzati i fattori che influiscono sulla coltivazione
della vite in relazione agli effetti e le caratteristiche del territorio, in
modo da potere attuare le migliori condizioni capaci di ottimizzare tutte le
risorse. Il progetto avrà il suo naturale proseguimento nel controllo dei
risultati ottenuti che costituiscono, di fatto, il vero scopo di questa
ricerca.
La cantina attualmente dispone di una capacità di 15.000 ettolitri ed è gestita
con attenzione per la qualità e dall'alto livello degli impianti utilizzati. Le
tecnologie enologiche, pur essendo moderne e sofisticate, rispondono
scrupolosamente ad un criterio di massimo rispetto della tipicità del prodotto:
dalla vinificazione completamente termocontrollata dei mosti ottenuti da
pigiatura soffice, dalla macerazione del mosto nelle bucce medio-lunga per i
vini rossi, dalla stabilizzazione e all'imbottigliamento a freddo, ogni fase
della produzione viene controllata con attenzione. Tutti i vini giovani vengono
affinati in serbatoi d'acciaio, mentre il Gironia Biferno rosso e l'Aglianico
Terre degli Osci maturano in botti di rovere e barrique.
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La Bottaia. Qui i vini attendono con
pazienza il lavoro del tempo | |
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La produzione delle cantine di Borgo di Colloredo offre vini tipici del Molise,
sia a denominazione d'origine controllata (DOC), sia ad indicazione geografica
tipica (IGT). La produzione dell'azienda è attualmente esportata per il 70%
nell'unione Europea e nel Giappone, mentre il 20% è destinato al mercato
Italiano e il restante 10% in Molise. Fra i vini bianchi prodotti da Borgo di
Colloredo si segnala il Biferno bianco Gironia, prodotto con uve Trebbiano
Toscano, Bombino bianco e Malvasia bianca, un'interessante interpretazione di
questa celebre DOC del Molise fermentato e affinato in serbatoi di acciaio.
Interessante anche la Falanghina, fra le uve tipiche della regione, prodotto
con mosto fiore e fatto affinare in botti d'acciaio. Fra i vini bianchi
troviamo anche un Trebbiano, piacevole e immediato, affinato in serbatoi
d'acciaio, come tutti i bianchi dell'azienda. Fra i vini rossi da segnalare e
prodotti dall'azienda, ricordiamo il Sangiovese Terre degli Osci, affinato in
serbatoi d'acciaio, e il Montepulciano, anch'esso affinato e maturato in
serbatoi d'acciaio, entrambi molto piacevoli e di immediata bevibilità. Di
sicuro interesse è il Biferno rosso Gironia, prodotto con uve Montepulciano e
Aglianico, matura in botte per 12-18 mesi a cui seguono 6 mesi di affinamento
in bottiglia prima di essere commercializzato. Anche l'Aglianico Terre degli
Osci è un vino interessante e ben fatto, con buona struttura, prodotto con uva
Aglianico in purezza, matura per 3 mesi in barrique a cui segue un affinamento
di 4-5 mesi in bottiglia.
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