![]() Cultura e Informazione Enologica dal 2002 - Anno XXIII |
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Gli AgrumiProfumati e deliziosi, gli agrumi sono diffusi in tutta l'area del Mediterraneo, conosciuti e utilizzati da secoli sia come alimento sia per la produzione di cosmetici |
Gli agrumi appartengono alla famiglia delle Rutacee, sottofamiglia delle Aurantioideae. La famiglia degli agrumi si divide in tre generi: Citrus, Fortunella e Poncirus Trifoliata. Nonostante il genere degli agrumi comprenda solamente tre generi e diciotto specie definite, in realtà si contano altre mutazioni naturali. Per questo motivo gli agrumi sono molto diffusi nel mondo, con i quali sono stati creati anche numerosi ibridi. Dal punto di vista botanico, il frutto è un esperidio, cioè una bacca con polpa divisa in spicchi contenenti i semi. La polpa degli agrumi contiene materiale cellulosico, mentre il succo contiene carboidrati, acido citrico e tartarico, proteine, ceneri, vitamina C, lipidi, carotenoidi e clorofilla.
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La terra natia del genere Citrus è la Cina e l'India, i Poncirus invece provengono dalla Corea e dalla Cina, mentre le Fortunelle sono originarie della Cina. La Cina e alcune regioni limitrofe, sono le terre che hanno dato origine agli agrumi, infatti, è proprio in queste regioni che troviamo le prime testimonianze scritte sugli agrumi. Dall'estremo oriente gli agrumi iniziano a diffondersi verso i paesi confinanti e fanno la loro comparsa in India, in Indocina e nelle isole del Mare Cinese Meridionale, il mare delle Filippine, fino all'Oceano Indiano. Dalla Cina gli agrumi giungono anche in Giappone: i moderni mandarini satsuma, che costituiscono l'80% della produzione di questo paese, derivano dai guanxi cinesi. Pare che questo mandarino sia stato importato in Giappone nel 1500 e che si sia adattato velocemente al nuovo territorio diventando un prodotto tipico. Le prime informazioni scritte in India sugli agrumi risalgono ai tempi delle prime forme di scrittura in sanscrito, lingua indo-europea importata dagli ariani tra il 2000 ed il 1000 avanti Cristo. In sanscrito, il cedro e il limone sono tradotti con l'unico termine jambila: questo termine si trova per la prima volta nel Vajasaneyi samhita, scritto poco prima dell'800 aC. Poiché in sanscrito non esistono parole antiche per indicare l'arancio, questo avvalora l'ipotesi che sia stato importato in India dalla Cina circa 2000 anni fa, probabilmente con le migrazioni dallo Yunnan verso la vallata dal Bramaputra. È ormai appurato che le popolazioni dell'India avevano contatti culturali e commerciali con le popolazioni della Mesopotamia, la terra che si trova tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Nonostante il clima non fosse molto adatto alla cultura degli agrumi, l'abilità degli agricoltori babilonesi seppe sopperire a questa limitazione.
Con molta probabilità, la coltivazione degli agrumi si è fatta strada dall'India verso Afghanistan e il Pakistan, per poi puntare verso occidente. Un'altra prova della migrazione verso ovest degli agrumi è offerta dai libri sacri ebraici: la frequenza con la quale si menziona la pianta di cedro suggerisce che gli ebrei conoscevano gli agrumi, o perlomeno il cedro, prima dell'era cristiana. In Grecia la pianta del cedro è citata in diversi testi. In alcuni papiri il cedro è indicato con il nome di kitron, in altri testi del VI secolo, come quelli di Galeno, si usa il termine kitrion o kitreos. Teofrasto (372-287 aC) nella sua opera Historia plantarum, descrive la pianta del cedro precisando che si tratta di una pianta comune in Persia e nella terra di Medi. Un altro riferimento lo troviamo in un testo del 200 DC, il Deipnosophistae scritto da Ateneo, nel quale si racconta che Juba, re della Mauritania, nella sua Storia della Libia sostiene che il frutto era chiamato dai Libici pomo dell'Esperia. A giudicare da questi reperti, sembrerebbe che i Greci non conoscessero agrume diverso dal cedro, sebbene le spedizioni di Alessandro fossero giunte fino alle vallette del Punjab (India) e a queste facessero parte degli studiosi di botanica. Gli antichi romani chiamarono il cedro dapprima malus medica, quindi citrus. Il primo riferimento nella letteratura latina risale al II secolo aC ad opera di Cloanzio Vero, seguito un secolo più tardi dal botanico Oppio che ne parla nel suo libro de Silvestris Arboribus. Teocrito da Siracusa, vissuto nel II secolo aC, non ne fa menzione. Nel Medio Evo, durante le prime crociate, i francesi viddero per la prima volta gli agrumi e li fecero quindi conoscere nella loro terra. Anche le repubbliche marinare contribuirono alla diffusione degli agrumi. Nei secoli XII, XIII e XIV gli agrumi erano diffusi in tutta Italia, in Spagna e nel Sud della Francia. Si ritiene che l'arancio dolce non sia arrivato in Europa né attraverso gli arabi né attraverso le repubbliche marinare: furono probabilmente i portoghesi a farlo conoscere nel Vecchio Continente. Infatti, uno dei primi termini usati per indicare l'arancio dolce fu proprio Portogallo. Durante il rinascimento gli agrumi sono ormai diffusi e conosciuti ovunque: ne sono la prova sia le numerose testimonianze scritte, sia le varie raffigurazioni della pittura che si possono osservare in diverse nature morte. In Italia il clima adatto alla coltivazione degli agrumi è il Sud. Nelle regioni centrali e settentrionali si diffuse l'abitudine di coltivarli in vasi di terracotta, che potevano essere esposti al sole durante la stagione estiva e trasferiti durante la stagione invernale in un luogo riparato dal freddo. Anche in Francia si diffonde ben presto questo modo di coltivare gli agrumi, e l'esempio venne seguito dai tedeschi, belgi e olandesi. Alla fine del 1700 gli agrumi si erano diffusi anche in America, trasportati dagli europei durante la colonizzazione del continente. Con il passare del tempo, in occidente, furono scoperti nuovi agrumi tra i quali il bergamotto, il pompelmo, il mandarino mediterraneo, le clementine e i tangerini. Fra questi, il Bergamotto trae probabilmente origine da un'ibridazione spontanea, mentre il Pompelmo venne scoperto nelle Isole Barbados e fu descritto nel 1750 da Griffiths Hughes, mentre nel 1789 Patrick Browne descrisse il pompelmo scoperto in Giamaica, ed entrambi lo chiamarono con il nome di frutto proibito.
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La famiglia degli agrumi è molto vasta e comprende decine di varietà, molte delle quali sono utilizzate per scopi alimentari e nell'industria cosmetica, altre invece, ritenute non commestibili, trovano impiego unicamente nell'industria cosmetica grazie ai loro olii essenziali. Di seguito sono indicate le varietà di agrumi più importanti, il loro uso e proprietà.
La scoperta della tecnica di estrazione degli oli essenziali è dovuta agli arabi, ma la produzione di profumi su larga scala con gli estratti della buccia dei frutti e dei petali di fiori è dovuto agli italiani. Napoli e la Sicilia svilupparono le tecniche e, proprio da qui si diffusero le mode dei profumi esotici, che in seguito arrivarono in tutta Europa. Dal punto di vista alimentare e dietetico, gli agrumi assumono un'importanza fondamentale nella dieta dell'area del mediterraneo che è inoltre la principale zona di produzione e di consumo. Per ottenere i massimi benefici dalle spremute di agrumi, è sempre consigliabile consumarle subito dopo la preparazione, poiché a contatto con l'ossigeno, luce e calore, la vitamina C si degrada rapidamente.
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AquavitaeRassegna di Grappe, Distillati e Acqueviti |
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I punteggi delle acqueviti sono espressi secondo il metodo di valutazione di DiWineTaste. Fare riferimento alla legenda dei punteggi nella rubrica "I Vini del Mese" |
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Grappa Giovane |
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Magnoberta (Piemonte, Italia) | |
Materia prima: Vinaccia di Barbera, Freisa e Grignolino | |
Prezzo: € 13,50 - 70cl | Punteggio: ![]() ![]() ![]() |
Questa grappa si presenta incolore, limpida e cristallina. Al naso denota aromi intensi, puliti e gradevoli di ciliegia, lampone, prugna e nocciola con pungenza dell'alcol poco percettibile. In bocca ha sapori intensi con percettibile pungenza dell'alcol che tende a dissolversi rapidamente, dolcezza bilanciata, sapori intensi, buona morbidezza. Il finale è persistente con ricordi di mela e nocciola. Questa grappa è prodotta con alambicco discontinuo a bassa pressione. Alcol 42°. |
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Grappa di Grignolino 1999 |
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Casa Luparia (Piemonte, Italia) | |
Materia prima: Vinaccia di Grignolino | |
Prezzo: € 13,50 - 70cl | Punteggio: ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Alla vista si presenta incolore, limpida e cristallina. Al naso esprime aromi intensi, puliti, gradevoli e raffinati di ciliegia, lampone, fragola, ciclamino, rosa e prugna con pungenza dell'alcol quasi impercettibile. In bocca è intensa e piacevole con pungenza dell'alcol percettibile e che tende a dissolversi rapidamente, dolcezza bilanciata, piacevole. Il finale è persistente con ricordi di lampone e fragola. Questa grappa è prodotta con alambicco discontinuo a bassa pressione. Alcol 42°. |
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Grappa di Moscato Rosa 2004 |
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Zeni (Trentino, Italia) | |
Materia prima: Vinaccia di Moscato Rosa | |
Prezzo: € 25,00 - 70cl | Punteggio: ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Questa grappa si presenta incolore, limpida e cristallina. Al naso esprime aromi intensi, puliti, gradevoli e raffinati di uva, rosa, fragola, ciliegia, lampone e ciclamino con pungenza dell'alcol quasi impercettibile. In bocca è intensa e piacevole con pungenza dell'alcol percettibile e che tende a dissolversi rapidamente, dolcezza bilanciata, piacevole morbidezza. Il finale è persistente con ricordi di fragola, lampone e uva. Questa grappa è distillata con alambicco discontinuo a bagnomaria. Alcol 40°. |
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Mandamara 2005 |
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Distilleria Gualco (Piemonte, Italia) | |
Materia prima: Grappa di Dolcetto e Barbera, Mandorle Amare | |
Prezzo: € 19,50 - 70cl | Punteggio: ![]() ![]() ![]() ![]() |
Mandamara si presenta con un colore ambra chiaro, limpido e cristallino. Al naso denota aromi intensi, puliti, gradevoli e raffinati di mandorla amara, miele, vaniglia e prugna con pungenza dell'alcol quasi impercettibile. In bocca è intenso e dolce con pungenza dell'alcol percettibile che tende a dissolversi rapidamente, piacevole morbidezza. Il finale è persistente di mandorla e miele. Mandamara è prodotto dalla macerazione di mandorle amare in grappa di Dolcetto e Barbera. Alcol 43°. |
Wine Parade |
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I 15 migliori vini secondo i lettori di DiWineTaste. Per esprimere le vostre preferenze comunicate i vostri tre migliori vini al nostro indirizzo di posta elettronica oppure compilare il modulo disponibile nel nostro sito. |
Posizione | Vino, Produttore | |
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1 |
![]() | Brunello di Montalcino 1999, Castello Banfi (Italia) |
2 |
![]() | Amarone della Valpolicella Classico 2000, Zenato (Italia) |
3 |
![]() | Colli Orientali del Friuli Rosazzo Bianco Terre Alte 2002, Livio Felluga (Italia) |
4 |
![]() | Wine Obsession 2001, Vignamaggio (Italia) |
5 |
![]() | Notarpanaro 1999, Taurino (Italia) |
6 |
![]() | Chianti Classico Riserva Novecento 2000, Dievole (Italia) |
7 |
![]() | Trento Talento Brut Riserva Methius 1998, Dorigati (Italia) |
8 |
![]() | Riesling Central Otago 2004, Felton Road (Nuova Zelanda) |
9 |
![]() | Nero al Tondo 2001, Ruffino (Italia) |
10 |
![]() | Chianti Classico Riserva Novecento 2000, Dievole (Italia) |
11 |
![]() | Don Antonio 2003, Morgante (Italia) |
12 |
![]() | Amarone della Valpolicella Classico 1998, Santa Sofia (Italia) |
13 |
![]() | Amarone della Valpolicella Classico Costasera 2001, Masi (Italia) |
14 |
![]() | Soave Classico Monte Alto 2004, Ca' Rugate (Italia) |
15 |
![]() | Sagrantino di Montefalco Collepiano 2003, Arnaldo Caprai (Italia) |
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I Sondaggi di DiWineTaste
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