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Contrasti di Trebbiano Toscano e AlbanaDue uve bianche a confronto nei nostri calici di questo mese. La prima spesso usata in unione ad altre uve, la seconda prevalentemente vinificata in purezza. |
Questo mese torniamo a parlare di uve bianche prendendo in esame due importanti varietà del panorama enologico italiano. Si tratta di due uve molto diffuse nelle rispettive regioni - Toscana ed Emilia Romagna, nello specifico, la parte orientale di questa regione - e prendono parte alla produzione di molti vini. Trebbiano Toscano e Albana - queste le uve della degustazione per contrasto di questo mese - trovano infatti un largo impiego nella produzione di vini e, nel caso dell'uva toscana, in passato era parte di alcuni vini rossi, in particolare il Chianti secondo la celebre formula del barone Ricasoli. L'Albana è principalmente utilizzata in purezza per la produzione di vini che si fregiano del riconoscimento di Denominazione d'Origine Controllata e Garantita Romagna Albana DOCG. Si tratta di due uve che sono facilmente riconoscibili quando le ritroviamo nei calici, capaci di imprimere il loro carattere ai vini nei quali sono utilizzate. Non si tratta, in ogni caso, di personalità, per così dire, imponenti, una considerazione che è principalmente valida per il Trebbiano Toscano. Anche in termini di versatilità le due uve esprimono qualità diverse. Delle due, l'Albana è l'uva che ha dimostrato una maggiore versatilità, impiegata nella produzione di stili diversi di vini, dagli spumanti ai passiti dolci. Il Trebbiano Toscano trova maggiore impiego nei vini da tavola e, in certi casi, lo troviamo anche nei vini dolci da uve appassite, principalmente nei cosiddetti Vin Santo tipici dell'Italia centrale. Va ricordato, inoltre, che il Trebbiano Toscano è uva fondamentale nella produzione dei celebri distillati di vino Cognac e Armagnac, glorie della Francia dove questa varietà è nota come Ugni Blanc. Dal punto di vista sensoriale e organolettico, Albana e Trebbiano Toscano sono due varietà molto diverse fra loro, dall'aspetto al gusto, si distinguono nettamente per i rispettivi caratteri.
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Il Trebbiano Toscano è una delle tante varietà appartenenti alla vastissima famiglia dei cosiddetti trebbiani, uve delle quali molto spesso si ignora l'origine. Molte sono infatti le varietà che si identificano con questo nome e, oltre al Toscano, si ricordano Trebbiano d'Abruzzo, Romagnolo, Giallo, Modenese, Spoletino altre ai Trebbiano di Soave e di Lugana. Si deve notare che, nonostante si identifichino con lo stesso nome, tutte queste varietà non hanno alcun legame genetico e - di fatto - si tratta di uve distinte. Tutti concordano sull'origine del nome in trebulanum e che si ritrova nella monumentale Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Il celebre naturalista dell'antica Roma cita, infatti, che nell'agro trebulanis - cioè nella campagna di Trebula nei pressi dell'odierna Capua - si produceva un vinum trebulanum. Si deve comunque notare che, in tempi passati, con il termine Trebula si identificavano diverse località, in particolare nel centro Italia. Sì arrivò pertanto a indicare con il termine trebulanum - italianizzato in trebbiano - qualcosa o qualcuno, nel nostro caso l'uva, tipico di un luogo. Secondo Andrea Bacci, come riportato nel suo De Naturali Vinorum Historia, il Trebbiano Toscano prende il nome da una località trebula dell'antica Etruria e collocata nei pressi di Luni. Questa varietà è oggi una delle uve bianche più coltivate in Italia e la ritroviamo praticamente in tutto il Centro Italia e in altre regioni. Nel suo storico viaggio, il Trebbiano Toscano ha assunto inevitabilmente nomi ed espressioni di adattamento viticolturale dei luoghi dove è arrivato. In questo senso, si ricorda il Procanico in Umbria, uva che entra nella produzione dell'Orvieto DOC e che in effetti si tratta di Trebbiano Toscano. Per alcuni, inoltre, il Biancame coltivato nelle Marche e con la quale si produce il Bianchello del Metauro, altro non è che Trebbiano Toscano frutto dell'adattamento che ha subito con il tempo in quel territorio. Si deve infine ricordare che questa varietà è giunta anche in Francia, dove è conosciuta con il nome di Ugni Blanc e con la quale si producono i celebri distillati Cognac e Armagnac. I vini prodotti con il Trebbiano Toscano si caratterizzano per l'apprezzabile acidità, con un corpo moderato e sostanzialmente poveri di qualità olfattive e gustative di rilievo.
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Uva bianca fra le più rappresentative della Romagna, l'Albana è una varietà caratterizzata da spiccata versatilità e che è legata a questo territorio da una lunga storia. L'Albana è la varietà con la quale si producono i vini della prima Denominazione d'Origine Controllata e Garantita dell'Emilia Romagna, istituita nel 1987 con il nome di Albana di Romagna, dal 2011 come Romagna Albana. Le origini di questa varietà non sono chiare. L'ipotesi più ricorrente ritiene che sia stata introdotta in queste terre dagli antichi Romani, tuttavia non ci sono prove concrete a supporto di questa origine. La prima certezza storica sull'Albana ci è offerta all'inizio del 1300 da Pier de' Crescenzi che per primo descrive questa varietà testimoniandone sia la diffusione sia l'impiego enologico. Da quel momento, si trovano altre informazioni e testimonianze relative all'Albana. Fra le citazioni storiche più celebri troviamo quella che riguarda Galla Placidia - figlia dell'Imperatore Teodosio - che assaggiando il vino ottenuto da quest'uva lo trovò così buono tanto da ritenerlo degno di essere bevuto in coppe d'oro. L'Albana è prevalentemente diffusa nelle province di Ravenna e Forlì, presente anche in altre zone dell'Emilia Romagna, con marginali quote fuori da questa regione. Il clone più diffuso di è l'Albana Gentile di Bertinoro, riconoscibile per la generosa dimensione del grappolo. A questo si aggiungono Albana della Bagarona, Albana della Compadrona, Albana della Gaiana e Albana della Serra o della Forcella, tutti con caratteri morfologici ben distinti. Come già detto, l'Albana è una varietà che presenta interessante versatilità enologica, tanto da essere utilizzata per la creazione di stili diversi, compresi spumanti e vini dolci da uve appassite. I vini prodotti con l'Albana sono caratterizzati da colori piuttosto intensi, nei quali si notano spesso tonalità giallo dorato. Uva dotata di buon contenuto in zuccheri, i vini prodotti con l'Albana si fanno riconoscere per il volume alcolico piuttosto elevato e un'apprezzabile struttura. La versatilità dell'Albana è ulteriormente espressa dall'impiego di contenitori diversi, dando buoni risultati anche con la fermentazione e maturazione in botte e barrique.
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La nostra degustazione per contrasto prenderà in esame due vini prodotti rispettivamente con le uve oggetto del nostro studio. Faremo attenzione, soprattutto per il Trebbiano Toscano, che i vini siano prodotti esclusivamente con queste due uve. Per quanto concerne la scelta del vino prodotto con il Trebbiano Toscano, la ricerca presenta qualche difficoltà poiché questa varietà difficilmente è vinificata da sola, molto sovente unita ad altre uve. Diversa e ben più semplice la scelta del vino prodotto con Albana. In questo caso sceglieremo un vino appartenente alla DOCG Romagna Albana, la quale prevede un minimo del 95% di questa varietà, tuttavia è spesso l'unica uva utilizzata. Faremo pertanto attenzione sull'uso esclusivo delle due uve e, inoltre, sceglieremo vini fermentati e maturati in vasche d'acciaio così da mantenere il integro il profilo organolettico. I due vini, appartenenti all'ultima annata di produzione, sono serviti in due calici da degustazione alla temperatura di 10 °C. Versiamo il Trebbiano Toscano e l'Albana nei rispettivi calici e iniziamo la nostra degustazione per contrasto. Il primo vino che prendiamo in esame è il Trebbiano Toscano, iniziando dalla valutazione dell'aspetto. Dopo avere inclinato il calice sopra una superficie bianca, osserviamo il colore del vino alla base. Si nota un colore giallo verdolino brillante con una trasparenza molto elevata e la sfumatura, osservata all'estremità del calice, verso l'apertura, conferma la stessa tonalità di colore. Passiamo alla valutazione del Romagna Albana, sempre mantenendo il calice inclinato. Il colore di questo vino è decisamente più intenso e cupo del Trebbiano Toscano, mostrando una tonalità giallo paglierino intenso, spesso tendente al giallo dorato. La sfumatura dell'Albana, osservata all'estremità del calice dove il vino si fa più sottile, è caratterizzata dallo stesso colore. Mettiamo ora i calici l'uno a fianco dell'altro: le differenze del colore sono molto evidenti. Trebbiano Toscano e Albana producono vini con qualità organolettiche molto diverse, differenze che sono chiaramente rilevabili anche durante l'analisi dei rispettivi profili olfattivi. I vini prodotti con Trebbiano Toscano non spiccano particolarmente per le loro qualità organolettiche, con profumi piuttosto neutri e di poco carattere. Nel Trebbiano Toscano si riconoscono spesso aromi di mela, pera, susina oltre a biancospino, talvolta la ginestra. Un quadro olfattivo comunque non particolarmente intenso, spesso definibile come neutro. L'Albana è decisamente più espressiva regalando al naso profumi di maggiore interesse e intensità. L'uva di Romagna può arrivare, in certi casi, a esprimere un profilo di buona ricchezza, nel quale si riconoscono mela, pera, pesca, albicocca e agrumi, biancospino e ginestra per quanto riguarda i caratteri floreali. Spesso giunge a sviluppare aromi più complessi e rotondi, nei quali si percepisce il miele e sensazioni che ricordano la mandorla. Procediamo con la nostra degustazione per contrasto valutando i profumi dei due vini, iniziando dal Trebbiano Toscano. Mantenendo il calice in posizione verticale e senza eseguire alcuna roteazione, effettuiamo la prima olfazione così da valutare l'apertura del vino. L'intensità dei profumi è piuttosto modesta, con un carattere che non si distingue particolarmente per complessità e dal calice percepiamo aromi di mela, susina e biancospino. Dopo avere roteato il calice, il profilo del vino non sembra sviluppare altri profumi rispetto a questi, ma è probabile che si sia aggiunta la pera e la ginestra. Passiamo ora al calice del Romagna Albana e valutiamo gli aromi di apertura del vino. Dal calice si percepisce una maggiore intensità nella quale si riconosce mela, pera e pesca, spesso l'albicocca. Dopo avere roteato il calice, così da fare sviluppare gli altri profumi, il profilo del vino si completa con biancospino, susina e agrumi oltre a miele e mandorla. Torniamo ad annusare il calice del Trebbiano Toscano, quindi quello dell'Albana: le differenze sono notevoli sotto ogni aspetto, dall'intensità alla qualità. Passiamo ora alla valutazione dei profili gustativi dei due vini, anche in questo caso iniziando dal Trebbiano Toscano. Prendiamo un sorso di questo vino e valutiamo l'attacco, cioè la sensazione iniziale che si percepisce in bocca. Il Trebbiano Toscano si fa notare per la sua spiccata acidità e il buon corpo, oltre per la percettibile sensazione calda dell'alcol. Troviamo la conferma di quello che, sostanzialmente, si era percepito al naso: un vino piuttosto neutro anche nei sapori, dove spicca - prevalentemente - mela e susina. Procediamo con la valutazione dell'attacco del Romagna Albana e prendiamo un sorso di questo vino. Si percepisce anche in questo caso una buona sensazione di freschezza conferita dall'acidità, comunque inferiore rispetto al Trebbiano Toscano, con buona struttura e percettibile sensazione calorica dell'alcol. In bocca si distinguono mela, susina e pera, oltre ad albicocca e un accenno di miele. La nostra degustazione per contrasto termina con la valutazione delle sensazioni finali che i vini lasciano in bocca dopo la deglutizione. Il finale del Trebbiano Toscano non ha generalmente una persistenza apprezzabile, decisamente moderata, lasciando in bocca sapori di susina e mela, spesso seguite da una sensazione che tende un po' all'amaro. L'acidità è una delle caratteristiche del Trebbiano Toscano che si apprezzeranno maggiormente dopo la deglutizione. Il finale del Romagna Albana ha invece una persistenza più lunga, in bocca si percepisce la sensazione alcolica e la buona struttura, oltre ai sapori di mela, susina e pera, talvolta l'albicocca. L'Albana si caratterizza inoltre per il finale che ricorda la mandorla e che si unisce alla piacevole sensazione di morbidezza. Confrontiamo infine i due vini, valutando le sensazioni generali di assaggio, prima il Trebbiano Toscano e dopo l'Albana: le differenze sono evidenti soprattutto in termini di freschezza e struttura.
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