Un ruolo importante nella produzione dei vini fortificati è svolto dall'alcol,
la cui qualità e il modo in cui è stato prodotto influiscono notevolmente sulle
qualità organolettiche del vino. L'alcol utilizzato per la fortificazione è
prodotto con metodi e sostanze diverse - sempre e comunque in accordo ai
disciplinari di produzione dei singoli vini - e può essere ottenuto dalla
distillazione delle vinacce d'uva, vino, barbabietola da zucchero, canna da
zucchero, sottoprodotti di lavorazioni agricole e perfino petrolio. In alcuni
casi sono inoltre utilizzate acqueviti di vino maturate in botte, come per
esempio il brandy. Le caratteristiche organolettiche dell'alcol utilizzato nella
fortificazione rappresentano - di fatto - un importante fattore proprio perché,
è bene ricordarlo, nei vini fortificati di qualità la percezione delle
caratteristiche eteree devono essere il meno percettibili possibile. L'alcol di
qualità ha chiaramente un costo maggiore - che influisce sul costo del prodotto
finale - ed è utilizzato nei vini fortificati di qualità destinati ad un lungo
affinamento in bottiglia. Nei vini fortificati di rapido consumo, l'alcol ha
generalmente una qualità inferiore.
L'alcol prevalentemente utilizzato nei vini fortificati è prodotto con il
sistema della distillazione continua, lo stesso sistema utilizzato, per esempio,
per la produzione di molti brandy. Gli alcol più neutrali, poveri di sostanze
aromatiche, sono generalmente utilizzati per la fortificazione dei vini
destinati ad un rapido consumo o in quei vini che devono conservare la loro
caratteristica aromatica primaria, come per esempio i vini fortificati prodotti
con uva Moscato Bianco. L'alcol prodotto con il metodo della distillazione
discontinua - lo stesso sistema impiegato per la produzione della grappa - è
raramente utilizzato nella fortificazione dei vini a causa della sua elevata
quantità di sostanze aromatiche che influirebbero notevolmente sugli aromi del
vino. È bene precisare che l'alcol o l'agente fortificante, hanno comunque aromi
propri e alterano - o per meglio dire, arricchiscono - le qualità aromatiche del
vino base. Le qualità aromatiche dell'alcol non devono essere confuse con la sua
etereità, cioè il caratteristico odore pungente e bruciante, che quando è
evidentemente percettibile in un vino fortificato è considerato come un difetto.
La preparazione del vino base dipende essenzialmente dallo stile di vino che si
vuole ottenere. Il processo di produzione inizia esattamente come qualunque
altro vino: si procede con la vendemmia, si provvede a pigiare le uve in modo da
ottenere il mosto che sarà quindi fermentato. In certi vini - come alcuni stili
di Porto, i Madeira dolci e i Vin Doux Naturel Francesi, la fermentazione
del mosto viene interrotta mediante l'aggiunta di alcol in modo da inibire
l'attività dei lieviti e conservare zuccheri residui che contribuiranno alla
dolcezza del vino. Nei cosiddetti vin de liqueur, come per esempio il
Pineau de Charentes prodotto nella regione del Cognac e spesso servito
come aperitivo dolce, la fermentazione del mosto viene completamente evitata.
Subito dopo la pigiatura dell'uva, al mosto viene aggiunto del Cognac maturato
in botte la cui alcolicità previene qualunque processo fermentativo. Il
risultato è quindi un succo d'uva fortificato che sarà fatto maturare in botte
per alcuni mesi così come per alcuni anni.
Nei vini fortificati secchi - come per esempio i Jerez Fino e Manzanilla o il
Marsala Vergine - l'alcol, o l'agente fortificante, è aggiunto al termine della
produzione del vino base. In questo caso si procede come per la normale
produzione di un vino secco - bianco o rosso - con un grado alcolico di circa
12°, e dopo avere terminato le normali pratiche di stabilizzazione e
maturazione, esattamente come per qualunque altro vino, si procede con
l'aggiunta di una certa quantità di alcol fino a raggiungere una gradazione
variabile fra i 15° e i 22°. Questa operazione segna solamente l'inizio di una
nuova fase della produzione, poiché saranno le pratiche successive che
conferiranno carattere, complessità e tipicità al prodotto finale. Questi
processi hanno una durata variabile compresa da 12 mesi fino anche a decenni,
come nel caso di alcuni stili di Porto, Marsala, Madeira e Jerez.
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| ![Il colore di un Porto Tawny di 20 anni](/html/dwt200412/images/PortoTawny20.jpg) |
| Il colore di un Porto Tawny di 20 anni |
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Apparentemente i sistemi utilizzati per la produzione di certi vini fortificati
potrebbero fare pensare ad una deliberata degradazione e contaminazione del vino
fino a farlo diventare imbevibile. Infatti molte delle qualità organolettiche
dei vini fortificati - le qualità che rendono i vini fortificati complessi e
affascinanti - sono proprio il risultato di alterazioni violente che sarebbero
letali per qualunque vino e che solo la presenza dell'alcol, e la sua capacità
di conservante, consente al vino di trasformarsi in un sublime nettare.
Ossidazione, forti escursioni termiche, riscaldamento, comparsa di velo e botti
scolme, sono tutti fenomeni considerati peggiorativi in qualunque vino e vanno
sempre evitati accuratamente, poiché causano alterazioni chimiche e
organolettiche tali da rendere il vino imbevibile o comunque poco piacevole. Per
i vini fortificati questi fenomeni sono invece essenziali e vengono
deliberatamente favoriti.
Se si favorissero questi stessi fenomeni in vini normali, il risultato
sarebbe catastrofico poiché si verificherebbero altri difetti e malattie,
compreso lo sviluppo di batteri acetici durante la fase di ossidazione.
L'evoluzione dei vini fortificati è generalmente condotta in botti di legno
normalmente riempite per quattro quinti del loro volume e in modo da esporre il
vino agli effetti dell'ossigeno, in altre parole si favorisce un'ossidazione,
anche piuttosto forte, che conferirà al vino particolari qualità organolettiche.
In alcune zone del mondo - di cui la più celebre è Jerez - nella superficie di
contatto con l'aria si sviluppa anche il cosiddetto flor, altrimenti noto
come velo, una particolare varietà di lieviti appartenenti al genere
Saccharomyces che, oltre a rilasciare nel vino le loro qualità
organolettiche, lo proteggono dagli eccessivi effetti dell'ossidazione.
Un altro metodo per la maturazione dei vini fortificati è il cosiddetto
solera y criaderas - particolarmente noto nella produzione di Jerez e
utilizzato anche per altri vini, come il Marsala - consiste nel garantire una
qualità costante del prodotto nel tempo. La maturazione e l'evoluzione dei vini
fortificati può avere una durata di molti anni - spesso decine di anni - e in
questo periodo si sviluppano complesse e straordinarie qualità aromatiche,
qualità che rendono assolutamente unici questo stile di vini. Al termine del
periodo di maturazione, il vino viene prelevato dalle botti e sottoposto alle
normali pratiche di stabilizzazione e chiarificazione, quindi imbottigliato e
pronto per essere commercializzato. La produzione dei vini fortificati è fra le
più complesse e delicate in enologia, un lavoro paziente di anni che consente di
ottenere un prodotto assolutamente unico, capace di soddisfare ogni appassionato
alla ricerca di prodotti unici e ricchi di emozioni e che non si lascia sedurre
dalla frenesia della vita moderna.
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