La degustazione sensoriale di un vino si svolge con modalità e procedure
distinte in accordo al tipo di risultato che si vuole ottenere. Non sempre si
tratta di un risultato che ha come finalità la determinazione delle
caratteristiche organolettiche di un vino. La degustazione, infatti, non si
esegue unicamente per determinare la qualità di un vino: si degusta un vino
anche per fini puramente didattici e per migliorare le capacità del
degustazione. Anche in questo caso specifico, dipende dal tipo di studio e dal
risultato didattico che si intende ottenere, pertanto il metodo di degustazione
è scelto in funzione dell'obiettivo da conseguire. Si degusta un vino per
diversi motivi: per comprenderlo, determinare la sua corrispondenza con un tipo
specifico, valutare il suo effettivo valore enologico secondo modelli definiti
e accettati come riferimento.
Le procedure di degustazione sensoriale di un vino si dividono generalmente in
due categorie distinte: alla cieca e scoperta. Il fattore
discriminate è rappresentato dal modo con il quale si sottopone al degustatore
il campione da valutare. Nella degustazione alla cieca non sono rese
note le caratteristiche produttive del vino, né tanto meno la sua origine, il
produttore e le pratiche enologiche. In questo tipo di degustazione - per così
dire - il degustatore si trova di fronte al vino senza il conforto di indizi,
salvo l'aspetto che, generalmente, è facilmente determinabile dalla semplice
vista del calice. Nella cosiddetta degustazione scoperta accade l'esatto
contrario, cioè si forniscono al degustatore tutte, o gran parte, delle
caratteristiche produttive di un vino, compreso il nome del produttore, uve,
annata e tecniche enologiche.
In funzione del risultato e delle finalità della degustazione, nella cosiddetta
cieca è prevista anche la comunicazione preventiva di alcuni elementi,
come nel caso, ad esempio, della valutazione di vini di uno stesso territorio o
annata. In questi casi specifici, l'indicazione di certi dettagli è essenziale
oltre che inevitabile. In ogni caso, la conoscenza di qualunque dettaglio
relativo al vino da degustare influisce sull'orientamento del degustatore,
indirizzando la sua valutazione in accordo ai fattori noti. A titolo di
esempio, supponendo di degustare una serie di Montefalco Sagrantino,
comunicando unicamente questo elemento, il degustatore si concentrerà sulle
caratteristiche che si dovrebbero percepire nei vini di questa denominazione.
Questo significa che potrebbe trascurare alcuni aspetti, per così dire, non
corrispondenti ma comunque significativi, indirizzando unicamente la sua
attenzione sulle qualità che un Montefalco Sagrantino dovrebbe avere.
Va detto che la comunicazione di informazioni di un vino nella degustazione
alla cieca è fatta proprio in funzione del tipo di risultato che si intende
ottenere. Nell'esempio appena fatto, la comunicazione della denominazione è
appunto fatta proprio per la determinazione della corrispondenza del vino a un
territorio e a una varietà. La comunicazione degli indizi nella degustazione
alla cieca influisce comunque nella valutazione del degustatore. Nello
specifico, non solo verso la ricerca della corrispondenza di un vino a una
determinata categoria, ma anche la determinazione della personale
corrispondenza e preferenza per i vini di quella categoria. Per chiarire questo
concetto, qualora la personale preferenza di un degustatore per il Sagrantino
fosse espressa da vini molto robusti e tannici, la valutazione potrebbe
penalizzare i vini morbidi e meno aggressivi.
L'attendibilità della degustazione alla cieca è, in ogni caso, dipendente dal
numero e dal tipo di indizi comunicati al degustatore. Con l'aumentare degli
elementi noti diminuisce infatti l'attendibilità e l'imparzialità del
risultato. Ogni elemento noto determina un atteggiamento pregiudiziale nei
confronti del vino da valutare, compromettendo l'attendibilità del
risultato in funzione della personale preferenza del degustatore verso le
informazioni note. Questo atteggiamento pregiudiziale è particolarmente
evidente nella cosiddetta degustazione scoperta, cioè l'esatto contrario
di quella alla cieca. In questo tipo di degustazione, infatti, tutti gli
elementi di un vino sono conosciuti e noti, fornendo - di fatto - un aiuto
enorme al degustatore. Con molta probabilità, il degustatore tenderà ad
assumere come scontate molte caratteristiche del vino senza nemmeno
averle verificate e percepite attraverso i propri sensi.
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Bottiglie di vino nascoste nei sacchetti e
pronte per la degustazione alla cieca | |
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Per molti aspetti, la degustazione scoperta ha lo stesso valore della
degustazione di gruppo. Se un degustatore dichiara agli altri di avere
percepito uno specifico profumo nel vino - fornendo quindi un indizio - anche
gli altri degustatori tenderanno a percepirlo nei propri calici. Un altro
vantaggio della degustazione alla cieca consiste nel costringere il degustatore
a una maggiore concentrazione, quindi a svolgere il proprio compito con
maggiore attenzione. Il degustatore, per così dire, è costretto a confrontarsi
personalmente con il vino da valutare, libero da ogni pregiudizio, deve
unicamente affidarsi alle proprie capacità nell'indagine organolettica. Per
questo motivo, e per evitare il condizionamento del degustatore, la
degustazione alla cieca si esegue in condizioni di isolamento, evitando
il contatto, anche visuale, con gli altri eventuali degustatori. Lo stupore
mostrato, per esempio, da un degustatore rappresenta - di fatto - un indizio
per tutti gli altri.
La degustazione alla cieca assicura inoltre un ulteriore vantaggio. Nella
degustazione in serie - cioè la valutazione di più vini nell'ambito della
stessa sessione - tutti i vini sono considerati con le medesime condizioni.
Uno dei tanti condizionamenti che può influire sull'attendibilità del
risultato è infatti rappresentato dalla conoscenza preventiva del produttore.
Se il degustatore ha una preferenza per un determinato produttore, tenderà a
favorire i suoi vini e, magari, avere un atteggiamento più critico e
pregiudiziale verso i vini di produttori sconosciuti. Il fatto di non conoscere
quindi preventivamente questa indicazione, pone tutti i vini e tutti i
produttori sulla medesima ed essenziale condizione paritaria. In altre parole,
la degustazione alla cieca consente di fare buone o cattive scoperte anche nei
vini sconosciuti oppure degustati in precedenza.
Quanto detto fino a questo momento, potrebbe fare pensare alla degustazione
alla cieca come a un metodo da utilizzare esclusivamente in contesti
professionali o in occasione di competizioni enologiche. La degustazione
alla cieca ha anche un alto valore formativo e didattico per chiunque degusti
vino, sia a titolo personale sia a livello professionale. La mancanza di indizi
fornisce infatti una straordinaria occasione di studio, soprattutto per
l'identificazione di varietà, tecniche enologiche e territori. Conferme e dubbi
sono poi soddisfatti al termine della degustazione, cioè quando si rendono noti
i vini sottoposti alla valutazione e finalmente tutte le caratteristiche
diventano note. Questo momento costituisce un ulteriore vantaggio della
degustazione alla cieca: non solo l'associazione della propria valutazione con
quel vino, ma anche la valutazione delle proprie capacità di degustatore.
Lo svolgimento della degustazione alla cieca richiede l'attuazione scrupolosa
dei fattori che la costituiscono, a partire dal modo con il quale si presenta
il vino al degustatore. Va detto, infatti, che anche la semplice vista della
forma della bottiglia rappresenta, di fatto, un elemento pregiudiziale ai fini
della valutazione. A titolo di esempio, la bottiglia borgognona - che non va
confusa con l'Albeisa - è spesso utilizzata nei vini rossi prodotti con Pinot
Nero, pertanto la sua visione offre un elemento pregiudiziale al degustatore.
Lo stesso vale, in genere, per la bottiglia bordolese nella quale si
imbottigliano spesso vini rossi robusti e strutturati. Per questi motivi, nella
degustazione alla cieca, la bottiglia è camuffata, non solo per
nascondere l'etichetta, ma anche la sua forma. A tale scopo, infatti, si usano
ampi sacchetti proprio per evitare la visione della forma della bottiglia.
A tale proposito si deve notare che avvolgere la bottiglia in un foglio di
alluminio, metodo usato in certe degustazioni, è una pratica non propriamente
corretta. Se è vero che l'etichetta e la reale identità del vino sono
certamente nascoste, non lo è la forma della bottiglia che offre, pertanto, un
elemento identificativo e pregiudiziale al degustatore. Anche la capsula
collocata sul collo della bottiglia fornisce espliciti indizi sul vino - fra
questi, il nome del produttore - pertanto è opportuno rimuoverla completamente.
Un metodo alternativo consiste nel versare il vino nel calice lontano dalla
vista del degustatore e quindi presentarglielo. In questo modo non è possibile
ottenere alcun indizio relativo alla bottiglia, poiché - in alcuni casi - anche
il collo e l'apertura possono essere personalizzati dai produttori, quindi,
riconoscibili.
La regolarità della degustazione alla cieca è generalmente assicurata dalla
persona incaricata al servizio dei vini e che non partecipa alla valutazione.
Questo è l'unico a conoscere i vini sottoposti ai degustatori e predispone la
valutazione in modo da mantenere nascoste e sconosciute le bottiglie fino al
termine della degustazione. Va ricordato che al termine della sessione, i vini
degustati sono finalmente resi noti e ogni campione è quindi associato alla
relativa bottiglia. La degustazione alla cieca può essere comunque svolta in
ambito casalingo e fra amici, consentendo a tutti di partecipare. Ogni persona
che prende parte alla degustazione, contribuisce alla sessione portando una
bottiglia e mantenendo scrupolosamente nascosta la sua identità agli altri. A
tale proposito, provvede a collocare la bottiglia in un sacchetto ampio non
trasparente oltre ad avvolgere con un foglio di alluminio il collo con lo scopo
di nascondere le eventuali informazioni della capsula.
Ogni partecipante alla degustazione provvede quindi a rimuovere completamente
la capsula della propria bottiglia e a stapparla, mantenendola sempre nascosta
nel sacchetto. Ogni partecipante sarà unicamente a conoscenza del proprio vino
e assicurerà agli altri partecipanti la condizione essenziale della
degustazione alla cieca. Con lo scopo di rendere utile l'esercizio della
degustazione, si può imporre il divieto di parlare durante la
valutazione del vino, proprio per non influire gli altri. Trovarsi con gli
amici e degustare insieme rappresenta certamente un momento piacevole e,
pertanto, si può essere anche meno rigorosi e, per ogni vino, condividere i
pareri durante la valutazione. In ogni caso, proprio per beneficiare
dell'importante momento didattico offerto dalla degustazione alla cieca, è
indispensabile che il vino resti sconosciuto fino alla fine. L'esercizio della
degustazione alla cieca fornisce l'opportunità per migliorare le proprie
capacità e conoscenza oltre ad assicurare, con i propri amici, un piacevole
momento di condivisione, crescita e divertimento.
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