L'evento dedicato alla cantina Menhir Salento di Minervino, in provincia di Lecce, è stata una straordinaria occasione per comprendere il fascino dei vini del Salento, raccontato da sei vini, tutti prodotti con le tipiche varietà autoctone della Puglia e di questo territorio. All'evento ha preso parte Floriana Antonazzo - in rappresentanza della cantina Menhir Salento - raccontando le caratteristiche enologiche del Salento oltre a sottolineare l'unicità dei vini degustati nel corso dell'evento e le uve utilizzate per la loro produzione. Occasione unica e straordinaria, infatti, per degustare vini prodotti con Verdeca, Fiano, Primitivo, Negroamaro, Malvasia Nera e Susumaniello, varietà che sta ottenendo un progressivo interesse da parte dei produttori del Salento e capace di regalare vini di preziosa personalità. La serata inizia con un vino bianco prodotto con una delle varietà tipiche di Puglia: Verdeca 2018. Vino immediato e fresco, con piacevole acidità, regala al naso profumi che ricordano gli agrumi e fiori, impreziosito al gusto da una sostenuta mineralità. Se procede quindi con il secondo bianco della serata - Pass-O 2018 - vino prodotto con Fiano in purezza, offrendo un'interpretazione interessante sulle potenzialità di questa straordinaria uva bianca nel Salento. Al naso evoca profumi di frutti con piacevoli percezioni che giungono anche alla frutta esotica, in bocca non tradisce la natura solida e strutturata tipica del Fiano. L'enologia del Salento è intimamente legata alla produzione di vini rosati, stile di vino che - ovviamente - non poteva mancare in questo evento. Il terzo vino della serata è stato infatti Pietra Rosato 2018, frutto dell'unione di Primitivo e Susumaniello, con piacevoli profumi di piccoli frutti di bosco, vino di piacevole freschezza nella quale emergono entrambe le varietà utilizzate per la sua produzione. Si passa quindi all'unico vino a denominazione della serata: Salice Salentino Rosso Numero 0 2018, prodotto con Negroamaro e Malvasia Nera, maturato in barrique per tre mesi. Questo rosso offre un'interpretazione immediata e diretta del Salice Salentino, nel quale è favorita l'espressione di fiori e frutti, senza sacrificare l'identità delle due uve e del territorio. Vino che ha suscitato notevole interesse è stato il quinto vino dell'evento - Pietra Susumaniello 2017 - nel quale questa particolare varietà pugliese stupisce per la spiccata personalità perfino erbacea unita a piacevoli sensazioni di frutti, qualità che sono evidentemente favorite dalla vinificazione in vasche d'acciaio. La serata si conclude con Calamuri 2015, prodotto con Primitivo in purezza proveniente da un vigneto di 80 anni, maturato per 12 mesi in barrique di rovere francese e americano. Ricco, potente, di morbidezza suadente, al naso e in bocca esprime pienezza sensoriale di mora, prugna e amarena, arricchite da percezioni terziarie nelle quali si riconoscono cioccolato, tabacco e piacevole balsamicità di mentolo. La degustazione sensoriale dei vini è stata condotta da Antonello Biancalana - editore di DiWineTaste - il quale ha curato, come di consueto, l'ideazione delle pietanze abbinate ai vini della cantina Menhir Salento e realizzate dalla cucina della Locanda dei Golosi, guidata dallo Chef Emiliano Buccolini.
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